Corriere del Mezzogiorno (Campania)
No al razzismo
lasciato il ritiro della Nazionale dopo aver parlato con il ct Spalletti e la squadra. L’ex allenatore del Napoli ha spiegato: «Per quello che mi ha detto Francesco non è un episodio di razzismo quello che lui ha fatto. Bisogna stare attenti ai nostri comportamenti, a tutto quello che diciamo e facciamo soprattutto quando facciamo parte della nazionale. Juan Jesus? Ho provato a chiamarlo, ha il telefono spento». «Dal resoconto del difensore nerazzurro – secondo quanto scrive la Federcalcio in un comunicato - in attesa che venga ricostruito quanto avvenuto nel rispetto dell’autonomia della giustizia sportiva, è emerso che non vi è stato da parte sua alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista». L’inter ha preso atto del comunicato divulgato dalla Figc «e si riserva quanto prima un confronto con il proprio tesserato al fine di far luce sulle esatte dinamiche di quanto accaduto ieri sera». Infine, lo scrittore Maurizio de Giovanni, e gli ex senatori Sandro Ruotolo e Gaetano Quagliariello con una lettera hanno invitato il difensore brasiliano affinche la questione e l’insulto «non resti una cosa da campo». E ancora: «Ti vogliamo bene e abbiamo enormemente apprezzato, da tifosi del Napoli quali siamo, la tua rete di ieri sera ma consentici di dissentire da te. Non è questione che può restare in campo quella parola ignobile che ti ha rivolto Francesco Acerbi, calciatore dell’Inter e della Nazionale italiana e che inizia per enne e che negli Stati Uniti d’America è proibita perché definisce un essere umano dal colore della pelle. E deve essere eliminata per sempre dal vocabolario. Non basta chiedere scusa perché le scuse sono un fatto necessario (anzi dovuto) ma non sufficienti e non si può credere di risolverla in campo perché così il razzismo non lo debelleremo mai. Una parola del genere non offende solo te ma offende tutti noi e ci riporta indietro di decenni».
Il post
Èl’ultima sosta prima del rush finale, con nove partite in cui il Napoli proverà a rimediare ad una stagione tormentata e ad acciuffare la qualificazione in Champions. Il Napoli aprirà il prossimo turno di serie A alle 12.30 del sabato Santo in uno scontro diretto contro l’Atalanta ma prima bisognerà fare i conti con una sosta atipica. La giostra delle partenze in giro per il mondo stavolta vedrà qualche viaggiatore in meno. Lindstrom non è stato convocato dalla Danimarca, Osimhen, che è rimasto in panchina contro l’Inter a San Siro, non partirà per le due amichevoli della Nigeria in modo da recuperare dall’affaticamento
Post del Napoli e di Juan Jesus Lettera di de Giovanni e Ruotolo Acerbi fuori dalla Nazionale
muscolare, Politano non è stato convocato da Spalletti per la tournèe dell’Italia negli Stati Uniti. Rimarranno a Castel Volturno anche Anguissa e Traorè che, ha condiviso con il commissario tecnico della Costa d’Avorio la volontà di dedicare questo periodo ad allenarsi per migliorare la sua condizione in vista anche del rientro con la sua Nazionale. Dieci calciatori saranno in giro per il mondo: Lobotka, Rrahmani, Ostigard, Olivera, Cajuste, Zielinski, Kvaratskhelia, Meret, Di Lorenzo e Raspadori. Rispetto alle altre soste, però, non ci saranno l’allenatore Calzona e parte del suo staff (Bonomi e Segarelli con la Slovacchia, Sinatti con la Nazionale Italiana). È una situazione atipica, da giovedì mattina gli allenamenti saranno affidati ai match analyst Brini e Beccaccioli, al collaboratore tecnico Gianluca Grava, al preparatore atletico Cacciapuoti mentre con i portieri lavorerà Rosalen Lopez. La tecnologia poi aiuta a relazionarsi anche a distanza. Ettore Prota, che anche con Sarri e Spalletti si è occupato del drone, aiuterà Calzona a visionare le immagini degli allenamenti anche mentre è impegnato con la Slovacchia. Calzona ne ha parlato a Dazn dopo la gara contro l’Inter: «A Napoli rimane uno staff nel quale ho piena fiducia, sono molto tranquillo. Anche se restano così pochi giocatori che gli allenamenti sono prevalentemente fisici. Cercheremo di tenere in forma chi resta, non sono preoccupato sotto questo aspetto. Ed ho fiducia nei ragazzi».
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Spalletti Bisogna stare attenti ai nostri comportamenti, a tutto ciò che diciamo e facciamo soprattutto quando siamo parte della nazionale italiana