Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il genitore di Francesco Pio: «Mio figlio è dimenticat­o»

- Di Gennaro Scala

«Èpassato giusto un anno dalla tragedia che ci ha colpito. L’ergastolo è quello toccato a noi genitori, non alla persona che si trova in carcere per aver ucciso mio figlio». Sono le parole disperate di Antonio Maimone, il padre di Francesco Pio, ammazzato a Mergellina da innocente perché nella notte tra il 19 e il 20 marzo dello scorso anno si trovò nel bel mezzo di uno scontro tra due gruppi, al culmine del quale spuntò fuori una pistola.

Cosa ricorda di quella notte?

«Una maledettis­sima telefonata che mi fu fatta alle 2,15da mio genero che mi disse: alzati, Pio ha avuto un incidente. Da quel momento ogni volta che suona il telefono il cuore mi va a mille».

Seppe subito la verità?

«Quando raggiungem­mo l’ospedale ci dissero che Pio aveva avuto un incidente con la moto. I medici mi dissero che stava lottando tra la vita e la morte e io pensavo ancora all’incidente. Poi arrivò la comunicazi­one che Pio non ce l’aveva fatta. Io, mia moglie, altri familiari e gli amici di Pio ci spostammo verso l’obitorio e lì un poliziotto mi avvicinò e mi disse di seguirlo. Solo dopo le 3 un vicequesto­re, una persona dall’umanità incredibil­e, mi chiamò in disparte e mi disse la verità».

Lei, sua moglie Tina e chi ha fatto parte della vita di Pio, lottate perché il suo ricordo non sbiadisca?

«Io spero che il sacrificio di nostro figlio possa servire ai figli di questa città. Giriamo ovunque, anche per le scuole, per raccontare chi era Francesco Pio e come è stato ucciso da innocente».

Le istituzion­i vi sono state vicine?

«Un anno fa il sindaco arrivò a casa nostra e mi sentii onorato. Prendemmo un caffè, io gli diedi una maglietta con il volto di mio figlio. Mi chiese di cosa mi occupassi e io risposi che percepivo il Reddito di cittadinan­za. Lui mi rispose che per me sarebbe arrivato un lavoro».

Arrivò l’offerta?

«Sì, ma a Nola. Si trattava di un posto da magazzinie­re in un’impresa farmaceuti­ca. Io non guido e il compenso sarebbe stato di 800-900 euro. Rinunciai».

Ci furono altri contatti?

«Ci riconsegna­rono la salma di Pio e stavamo andando al cimitero per pagare le spese per la cremazione. In quel momento ricevetti una telefonata e mi passarono Manfredi. Mi disse che il costo della cremazione sarebbe stato sostenuto dal Comune. Tuttavia, trascorsi altri tre mesi, ricevetti un’altra telefonata, ma stavolta da parte dell’impresa di onoranze funebri. Mi comunicaro­no che nessuno aveva pagato le spese della cremazione. Il titolare dell’impresa si accollò lui i costi , disse che lo avrebbe fatto per Pio».

E dal Comune?

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy