Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«È stata fatta giustizia ma le ferite restano»
to in suo ricordo. Uno dei parenti, in particolare, ha aggredito verbalmente uno dei ragazzini, rivolgendogli alcune minacce e mimando il gesto del dito premuto sul grilletto di una pistola: «Questa gente purtroppo non è riabilitabile e questa ne è l’ennesima prova. Il ragazzo è molto provato e spaventato, tanto che, dopo quest’incontro, ha deciso di non parlare con nessuno. Valuteremo nei prossimi giorni se sporgere una denuncia», fa sapere Daniela Di Maggio.
Sul fronte opposto, invece, l’avvocato Davide Piccirillo, difensore di fiducia del 17enne, reo confesso, che ha ucciso Giovanbattista Cutolo, annuncia che la battaglia giudiziaria potrebbe essere tutt’altro che conclusa: «Prendiamo atto di questa sentenza, che riteniamo però del tutto inadeguata e sproporzionata e restiamo in attesa del deposito delle motivazioni. Dopo di che siamo pronti a percorrere tutti e i gradi di giudizio. Certamente ricorreremo in appello».
«Èsicuramente stata fatta giustizia come è stato chiesto da tanti e dalla famiglia. Sicuramente questo non ci restituisce Giogio’ e non risana una ferita che è ancora viva nella città e che deve essere da sprone per continuare a lavorare per fare in modo che questi fenomeni di violenza non si ripetano più e che la bellezza, l’arte e i valori positivi che Giogio’ esprimeva possano essere conservati nella nostra città». È quanto ha dichiarato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, commentando la sentenza di condanna a 20 anni per il giovane di 17 anni che lo scorso 31 agosto uccise il giovane musicista Giovanbattista Cutolo in piazza Municipio. «Credo che la pena sia giusta — ha aggiunto il primo cittadino — ed è chiaro che la Costituzione ci dice che la detenzione deve essere un percorso di riabilitazione e mi auguro che questo dettato costituzionale si possa realizzare».