Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il leader dei biologi D’Anna: «Con questi costi liste d’attesa più lunghe anche nel privato» Il presidente nazionale: «Il governo ha fatto un pateracchio»
Il ministero della Salute con un decreto del 31 dicembre scorso ha stabilito il nuovo elenco delle prestazioni di specialistica ambulatoriale a carico del servizio sanitario nazionale. I cittadini potranno ricevere nuove prestazioni, come le analisi per le malattie rare. L’elenco viene insomma ampliato, ma si tagliano le tariffe di altre prestazioni largamente utilizzate dagli utenti.
«Si è avuta la pretesa di far pagare con il taglio delle tariffe il maggior costo dei nuovi livelli essenziali di assistenza», dice Enzo D’Anna, presidente della federazione nazionale degli Ordini regionali dei biologi.
Presidente, il nuovo nomenclatore delle tariffe dovrebbe entrare in vigore il prossimo 1 aprile. Cosa bisogna aspettarsi?
«Forse entrerà in vigore il 1 aprile. Io credo che il ministro stia pensando ad uno spostamento per settembre-ottobre. Dico questo perché martedì al ministero abbiamo avuto un tavolo tecnico col direttore della programmazione sanitaria e il capo di gabinetto del ministro, in cui sono emerse due opzioni».
Quali?
«La prima, nel caso la data del 1 aprile venga rispettata, prevede di finanziare il prelievo venoso nei laboratori privati con 30-35 milioni, nelle more di rideterminare tutte le tariffe, che risalgono al 2016, e che sono state già tagliate due volte nel corso degli anni. La seconda opzione è di spostare l’entrata in vigore del nuovo tariffario tra 3-6 mesi, ma il governo dovrebbe aggiungere nuove risorse».
Quali criteri sono stati adottati per le tariffe previste dal nuovo nomenclatore?
«Abbiamo scoperto con un accesso agli atti che le tariffe delle prestazioni sono state tarate sui costi industriali di produzione, senza tener conto dei costi sostenuti dalle strutture come le spese fisse per il personale o le utenze. E sono venuti fuori dei tagli mostruosi. Il ministro, vista la pressione del settore pubblico e degli accreditati, non ha potuto far altro che riconoscere che il lavoro era stato pedestremente organizzato. Ma sono certo che il ministro, che è un medico di medicina nucleare, e quindi conosce i problemi della specialistica ambulatoriale, farà una commissione con l’Agenas e con esperti del settore, e nel giro di 3-4 mesi queste tariffe verranno rielaborate».
E se così non sarà?
«Beh, io il contratto certo non lo firmo finché ci saran
strade cittadine, ma anche per acquistare altri autovelox da montare sulle auto dei vigili».
Obietta Giuseppe Nocerino, consigliere di opposizione e componente della commissione Bilancio: «Le risorse derivanti dalle multe degli autovelox sono vincolate, possono essere utilizzate solo per la viabilità». E spiega che già il 5 marzo, quando la giunta comunale aveva previsto per il 2024 di incassare 1 milione di euro dalle multe, era stato destinato alla viabilità solo il 50%.
«Hanno corretto l’errore — sostiene — e una settimana dopo hanno approvato un’altra delibera in cui si stimano incassi per 8,3 milioni: è una previsione del tutto sballata, e se fosse vera allora sarebbe un fallimento, perché l’obiettivo non può essere quello di fare soldi sulla pelle dei cittadini, ma deve essere quello di educare gli automobilisti a guidare in maniera corretta. Ormai a Somma c’è il terrore di questo tutor. Conosco persone che percorrono questa strada per lavoro diverse volte al giorno, che hanno preso anche 10 multe in una giornata».