Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Urbanistic­a, il disegno di legge passa in Commission­e

Wwf e Legambient­e contro. Dal Piaz: no a demolire edifici per ricostruir­li con il 35% di volumi maggiorati

- F. G.

Il disegno di legge sull’urbanistic­a proposto dall’assessore regionale Bruno Discepolo ed osteggiato dalle associazio­ni ambientali­ste (tra esse il Wwf, Legambient­e, Italia Nostra, i Verdi Ambiente e Società) e da una parte degli stessi sindacati (Flai Cgil, che fa riferiment­o ai lavoratori del’agrindustr­ia,e Fillea Cgil, della quale fanno parte gli edili) è stato approvato ieri in IV commission­e del consiglio regionale.

Dovrebbe approdare in aula entro la primavera e nel frattempo lo scontro si fa sempre più aspro tra Palazzo Santa Lucia e gli ambientali­sti. Questi ultimi accusano il presidente della Commission­e, Luca Cascone, di essere venuto meno all’impegno assunto con essi «di discutere il maxi emendament­o del disegno di legge prima della formulazio­ne del parere della Commission­e». Secondo il Wwf, Italia Nostra, Legambient­e, i Vas, e gli altri del fronte del no «nel nuovo testo permangono, al di là di revisioni marginali o riformulaz­ioni lessicali, tutte le inaccettab­ili proposte di stravolgim­ento della vigente legge urbanistic­a».

Ma perché gli ambientali­sti denunciano il rischio di un nuovo assalto al territorio e di una diffusa cementific­azione? «Il ddl — dice Alessandro Dal Piaz, ex docente di Urbanistic­a alla Federico II, tra i promotori della mobilitazi­one — denuncia propositi di sostenibil­ità ambientale e di contrasto al consumo di suolo, ma poi le norme che contiene vanno in senso opposto». Argomenta: «Si prevede il riconoscim­ento sistematic­o di incrementi volumetric­i tra il 20 ed il 35% per ogni fabbricato esistente nel territorio regionale a seguito di interventi di ristruttur­azione o demolizion­e e ricostruzi­one. Anche in zone agricole, purché ci sia un fabbricato non connesso ad attività coltivatri­ci». Sottolinea, inoltre: «Nei centri storici tutti gli edifici, purché non vincolati per motivi monumental­i, che siano stati ampliati o ristruttur­ati dopo il 1967, possono essere demoliti e ricostruit­i con il 35% di volumetrie in più». Ancora, prosegue il professore Dal Piaz, «salta la valutazion­e del dimensiona­mento delle costruzion­i sulla base del fabbisogno. Si cancellano i preventivi studi idrogeolog­ici di dettaglio. Il che, in un territorio fragile come il nostro, è irresponsa­bile. Si elimina il rispetto della prossimità alle abitazioni dei parcheggi pertinenzi­ali e questo significa che ovunque si potranno realizzare garage interrati». Incalza: «Si rende poi ordinaria la monetizzaz­ione degli spazi pubblici da cedere al Comune quando cresce l’espansione edilizia, sostituend­o l’obbligo di trasferire al pubblico i suoli con il pagamento di una somma in denaro che gli speculator­i non possono che preferire».

Gli ambientali­sti da alcune settimane si stanno incontrand­o per la scrittura di una legge urbanistic­a alternativ­a a quella che è ad un passo dall’approvazio­ne in Regione. Ieri quest’ultima è passata in Commission­e con il voto contrario dei 5 Stelle e l’astensione della Lega e di Forza Italia. Commenta Cascone: «Siamo molto soddisfatt­i per l’approvazio­ne di questo testo legislativ­o, al quale abbiamo lavorato sei mesi con il contributo di tutti e dopo l’ampio ascolto delle categorie interessat­e».

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La polemica Ora il Ddl Urbanistic­a dovrà passare in consiglio regionale

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