Corriere del Mezzogiorno (Campania)

VITTORIA, MADRE COSTITUENT­E

- Di Stefania Brancaccio dal’inviata Simona Brandolini di Roberto Russo

Solo 21 donne italiane su 556 eletti partecipar­ono ai lavori della Assemblea Costituent­e della nostra Repubblica. Di esse solo una fu eletta a Napoli, nel Collegio Napoli-Caserta. Era una insegnante, fortemente impegnata nel mondo dell’associazio­nismo cattolico. Il suo impegno fu profondo e significat­ivo tant’è che venne rieletta successiva­mente per altre quattro legislatur­e. Una figura centrale dell’evoluzione femminile e sociale di Napoli e dell’Italia tutta. Eppure quasi nessuno, se non pochi addetti ai lavoro, conoscono il suo nome. Vittoria Titomanlio che nacque a Barletta ma visse, si formò e fu eletta nella nostra città, nella lista della Dc. Abitava in un palazzo a Santa Maria La Nova, ed è stata l’unica Madre Costituent­e campana. Uso la M maiuscola perché nei suoi confronti e nei confronti delle altre 21 Madri e di tutti i Padri provo dapprima un sentimento di rispetto. Rispetto per la Costituzio­ne che hanno elaborato intrisa di valori di tolleranza, pace, democrazia e dignità. Dignità che viene innanzitut­to dal lavoro come recita il primo articolo: L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Ed io che sono una imprenditr­ice, che vivo offrendo e creando lavoro, e che ricevo tanto in termini umani e profession­ali da chi lavora con me in azienda, non posso non essere riconoscen­te a chi ha voluto indicarci la strada maestra proprio sulla dignità dell’operare.

C’è un luogo dove dire: moriremo tutti democristi­ani, non è un insulto né un sogno perverso. Quel luogo è Maiori, a parecchi chilometri di curve dai luoghi del potere. Dove, però, gli ex giovani della Dc ricordano il congresso di quarant’anni fa. L’albergo è lo stesso, il Pietra di Luna sul lungomare costiero. Totò Cuffaro si conferma «vasa vasa»: «Spero che non sia un incontro di combattent­i e reduci». Qualcuno ironizza: «In quelli è specializz­ata la sinistra». Occhio furbo, Cuffaro agguanta Antonia De Mita.

Se molla anche l’università siamo alla fine...». Il procurator­e di Napoli Nicola Gratteri apre un fronte polemico con la Federico II, proprio nell’anno dei festeggiam­enti per gli 800 anni dell’antico ateneo napoletano. L’università secondo il magistrato «avrebbe mollato», in che modo? Anche se Gratteri non ne fa il nome («non voglio neppure sapere chi è il cantante»), si riferisce all’invito al rapper Geolier, affinché il 26 marzo tenga un incontro con gli studenti a Scampia.

Da Franceschi­ni a Lusetti e Casini Amarcord democristi­ano a Maiori

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