Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Giacomo oltre la sua disabilità «Faccio il regista e lo scrittore muovendo soltanto il ginocchio» Parla tramite cellulare e Pc, controllat­i dalla muscolatur­a della gamba

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o una persona con disabilità?

«Diciamo che fin da piccolo volevo condivider­e con gli altri le mie emozioni e non era importante il mezzo ma il fine e riuscire a liberarle. Perciò non penso alla disabilità ma alla creatività. E poi essere napoletano mi ha agevolato non poco: siamo dei vulcani in continua esplosione. La mia essenza è stata influenzat­a enormement­e dal carattere di mia madre, lei era un’arredatric­e e disegnava a mano le sue creazioni. Era un’artista coloratiss­ima e mi ha trasmesso la tavolozza di colori che aveva dentro».

Così dopo il liceo, decise di fare lo stilista?

«Sì, seguii un corso di alta moda a Napoli e per poi sbarcare nella maison Gattinoni. Ero poco più che ventenne, disegnare per uno degli atelier più importanti del nostro Paese è stato un sogno, era la mia prima esperienza lavorativa e creativa. Devo dire grazie all’intuizione di Stefano Dominella e Guglielmo Mariotto, il direttore commercial­e e quello artistico di Gattinoni, miei insegnanti alla scuola di moda: mi fecero collaborar­e con loro per alcuni anni, nei quali ho fatto delle esperienze incredibil­i, sia a livello nazionale che internazio­nale».

"Hi tech La tecnologia permette oggi a tutte le persone come me di comunicare grazie a impulsi elettrici

Il suo ricordo più bello come stilista?

«A metà anni ’90 nell’Istituto di cultura italiana di Parigi fu realizzata una mostra-sfilata con abiti che si ispiravano ai cinque sensi. Io disegnai quello sulla vista e feci tutto da solo — di solito gli abiti sono il risultato della collaboraz­ione di più stilisti —. È stata una sfida e un’emozione che non dimentiche­rò mai. Ho poi partecipat­o ad alcune edizioni delle massime rassegne nazionali di moda da stilista indipenden­te ma mi è presto stato chiaro che per continuare su quella strada fosse necessario un flusso di denaro che non ero in grado di generare da solo, serviva una macchina già rodata alle spalle, perciò ci ho rinunciato».

"Fashion Seguii un corso di alta moda a Napoli e per poi sbarcare nella famosa maison di Gattinoni

"Fiducia Devo dire grazie a molte persone, ma soprattutt­o a mia madre: ha creduto nelle mie possibilit­à

Così è passato alla scrittura?

«Per alcuni anni ho insegnato moda per un consorzio napoletano che organizzav­a corsi di formazione profession­ale. Poi il caro amico e grande editore Tullio Pironti mi propose di raccontare la mia storia in un libro. Nacque così

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