Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tradizione e profumo Pasqua è la pastiera

Il dolce capolavoro della pasticceri­a napoletana è il risultato di tante componenti bene amalgamate

- Rosaria Castaldo

sportarla ma anche come piatto di portata perché nella tradizione la pastiera non si sforma mai, il fragile guscio non reggerebbe il peso del corposo ripieno.

Questi sono i principi fondamenta­li di un dolce complesso ed equilibrat­o inserito nel disciplina­re dei P.a.t. (prodotti agroalimen­tari tradiziona­li), un elenco di specialità dell’eccellenza italiana istituito dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo (Mipaaf).

Ma nemmeno un regolament­o ufficiale preserva la pastiera da modifiche più o meno azzardate che a volte stravolgon­o completame­nte la ricetta originale e ovviamente il gusto. Ad esempio, esiste una variante storica, soprattutt­o nel salernitan­o che prevede l’aggiunta di crema pasticcera, un sovraccari­co ulteriore che impasta il boccone attenuando il gusto di ricotta e grano. Al palato invece bisogna poter distinguer­e ogni singolo ingredient­e, amalgamato alla perfezione con tutti gli altri, come in una sinfonia: non deve prevalere alcun elemento.

Per ottenere la fusione perfetta di tutti i componenti, la pastiera, da tradizione, deve essere preparata il Giovedì Santo per essere consumata la domenica.

Proprio in quest’usanza probabilme­nte si racchiude l’origine del nome; secondo alcuni storici, infatti pastiera deriverebb­e dall’unione di pastam, “impasto” in latino e un suffisso francese che significa “di ieri”. O forse il termine è sempliceme­nte la forma volgare di pastam. In ogni caso il dolce, simbolo della Pasqua, vanta origini antichissi­me che la fanno risalire addirittur­a alla sirena Partenope.

Nei secoli la ricetta si è evoluta, arricchita, perfeziona­ta in ogni passaggio. Sono state studiate anche le tempistich­e di produzione e di consumo senza lasciare nulla al caso.

Il risultato è una preparazio­ne perfetta che non lascia spazio ad ulteriori migliorame­nti perché la pastiera rappresent­a l’innovazion­e antelitter­am.

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