Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tradizione e profumo Pasqua è la pastiera
Il dolce capolavoro della pasticceria napoletana è il risultato di tante componenti bene amalgamate
sportarla ma anche come piatto di portata perché nella tradizione la pastiera non si sforma mai, il fragile guscio non reggerebbe il peso del corposo ripieno.
Questi sono i principi fondamentali di un dolce complesso ed equilibrato inserito nel disciplinare dei P.a.t. (prodotti agroalimentari tradizionali), un elenco di specialità dell’eccellenza italiana istituito dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo (Mipaaf).
Ma nemmeno un regolamento ufficiale preserva la pastiera da modifiche più o meno azzardate che a volte stravolgono completamente la ricetta originale e ovviamente il gusto. Ad esempio, esiste una variante storica, soprattutto nel salernitano che prevede l’aggiunta di crema pasticcera, un sovraccarico ulteriore che impasta il boccone attenuando il gusto di ricotta e grano. Al palato invece bisogna poter distinguere ogni singolo ingrediente, amalgamato alla perfezione con tutti gli altri, come in una sinfonia: non deve prevalere alcun elemento.
Per ottenere la fusione perfetta di tutti i componenti, la pastiera, da tradizione, deve essere preparata il Giovedì Santo per essere consumata la domenica.
Proprio in quest’usanza probabilmente si racchiude l’origine del nome; secondo alcuni storici, infatti pastiera deriverebbe dall’unione di pastam, “impasto” in latino e un suffisso francese che significa “di ieri”. O forse il termine è semplicemente la forma volgare di pastam. In ogni caso il dolce, simbolo della Pasqua, vanta origini antichissime che la fanno risalire addirittura alla sirena Partenope.
Nei secoli la ricetta si è evoluta, arricchita, perfezionata in ogni passaggio. Sono state studiate anche le tempistiche di produzione e di consumo senza lasciare nulla al caso.
Il risultato è una preparazione perfetta che non lascia spazio ad ulteriori miglioramenti perché la pastiera rappresenta l’innovazione antelitteram.