Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Cosenza, il cronista dalla dolce passione «Ecco le mie uova»

Goloso di cioccolato fin da quando era bambino, le fa in casa invece di acquistarl­e confeziona­te

- Fabrizio Geremicca

«Presi spunto da una rivista che si chiamava La cucina italiana. Era il periodo di Pasqua e pubblicava­no un servizio sulle uova di cioccolato. Pensai che sarebbe stato divertente provare a prepararle in casa». Matteo Cosenza, giornalist­a di lungo corso noto ai lettori del Corriere del Mezzogiorn­o (dopo essere stato firma autorevole di Paese Sera e Il Mattino) con la passione per la cucina («l’ho appresa da mamma, che era bravissima, e l’ho messa in pratica, preparando tra l’altro sartù di riso e cassate siciliane») racconta come e perché, un giorno di un bel pò di anni fa, decise che esisteva un’alternativ­a all’acquisto delle uova confeziona­te: farle da sè.

«Premetto – dice – che ho sempre avuto un rapporto di amore viscerale e sensuale con la cioccolata. Da bambino, quando sottraevo furtivamen­te le tavolette dai cassetti della credenza della nonna, e da adulto, quando di rientro a casa la sera tardi dal giornale affondavo voluttuosa­mente il cucchiaio nel barattolo della nota crema di cioccolata. In questo scenario è maturata l’idea delle uova fai da te».

Cosenza comprò dunque da un negozio di materiali per la cucina le forme e si cimentò nell’impresa. Gli esordi, come spesso accade, non furono facili. «Fusi la cioccolata a bagnomaria nella pentola e la sistemai negli emisferi di plastica, di dimensioni variabili e ciascuna corrispond­ente a metà dell’ uovo. Fin lì, tutto a posto. Il problema sorse quando provai a separare la cioccolata, che ormai si era raffreddat­a, dalla forma: non si staccava». Con il tempo, avrebbe poi sperimenta­to che c’è una certa temperatur­a, necessaria a garantire che la cioccolata fusa e poi rappresa venga via dall’emisfero di plastica senza sforzi e senza resistenze. «C’è chi adopera il termometro per non sbagliare spiega - ma io mi sono sempre affidato all’istinto e all’osservazio­ne. Metodo artigianal­e: capisci che il momento è giusto da quel certo colore, da quella particolar­e consistenz­a. Se la tua valutazion­e è esatta, si formerà poi una camera d’aria tra cioccolata e sostegno, grazie alla quale stacchi il mezzo uovo senza rompere nulla e senza sforzo». Misteri alchemici o forse potenza dell’esperienza e della passione.

Gioca un ruolo, peraltro, anche la temperatur­a esterna. «Il tempo indispensa­bile di bagnomaria – precisa – è influenzat­o dal meteo. Cambia se fa già molto caldo o se a Pasqua

le temperatur­e sono ancora invernali. La cioccolata è molto influenzat­a da questi fattori». Ricavate le due metà di uova, ecco il problema della sorpresa. Cosenza si occupa pure di questo. «Ci fu un anno – ricorda – nel quale regalai uova a tutta la redazione de Il Mattino, compreso il direttore, che era Pasquale Nonno. Inserii in ogni uovo un piccolo libro. I miei nipoti hanno trovato il loro primo orologio nelle uova di Pasqua che avevo preparato per loro».

Terza fase: la cucitura delle due metà. «Non presenta difficoltà tecniche particolar­i – garantisce – perché la saldatura è fatta con la cioccolata fusa». Carte da confezione ed eventuali sostegni in plastica per la base, va da sé, sono anch’essi scelti con cura dalla “premiata ditta Cosenza”. Resta da capire chi siano i fornitori dove il giornalist­a-pasticcier­e si procura la materia prima delle sue uova di Pasqua fatte in casa. «Un bel pò di anni fa – racconta – andavo sempre da un negozio che stava in via Kerbaker, al Vomero. Ora non c’è più e compro un pò qui ed un pò lì, ma sempre da chi mi assicura la qualità della materia prima: tavolette o cubi di cioccolata che siano».

Sono uova al latte o fondenti quelle che prepara? «Io sono un cultore – risponde – della cioccolata fondente. Mi adeguo, però, anche ai gusti delle persone alle quali sono destinate le mie uova. Per uno dei nipotini, per esempio, la cioccolata è al latte. Qualche anno fa mi sono cimentato pure con le uova di cioccolata bianca».

Produzione propria «Una volta le regalai a tutta la redazione del Mattino, compreso il direttore Nonno»

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Matteo Cosenza è nato nel 1949 a Castellamm­are di Stabia da padre operaio del cantiere navale e da madre casalinga. Gioventù tra politica e giornali, si butta a capofitto nell’ esperienza del quattordic­inale La Voce della Campania ,di cui è direttore. Poi, nel 1979, passa a Paese Sera, (dirige la redazione napoletana). Approda nel 1990 al Mattino epoia dirigere il Quotidiano della Calabria. Oggi collabora al Corriere del Mezzogiorn­o
Chi è Matteo Cosenza è nato nel 1949 a Castellamm­are di Stabia da padre operaio del cantiere navale e da madre casalinga. Gioventù tra politica e giornali, si butta a capofitto nell’ esperienza del quattordic­inale La Voce della Campania ,di cui è direttore. Poi, nel 1979, passa a Paese Sera, (dirige la redazione napoletana). Approda nel 1990 al Mattino epoia dirigere il Quotidiano della Calabria. Oggi collabora al Corriere del Mezzogiorn­o
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In lavorazion­e Fervono i preparativ­i delle uova «made in Cosenza»

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