Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Le 184 funzioni già trasferibili alle Regioni con l’Autonomia: si va dalle professioni alla previdenza integrativa» Dibattito e dossier della Fondazione Mezzogiorno
Il disegno di legge presentato dal ministro Roberto Calderoli «è all’esame della Commissione Affari costituzionali della Camera. Dopo averne messo in evidenza le criticità nel report L’Italia al bivio tra riforma dello Stato e autonomia differenziata, presentato il 4 aprile 2023», la Fondazione Mezzogiorno, guidata da Antonio D’Amato, «torna a evidenziare, con spirito propositivo, i rischi della riforma con una nuova analisi su aspetti giuridici, istituzionali, economici e sociali».
Il dibattito
A tracciare lo stato dell’arte sono stati ieri, presso l’Unione Industriali di Napoli, Antonio D’Amato, Ceo Seda Group e presidente di Fondazione Mezzogiorno, Costanzo Jannotti Pecci, presidente Unione Industriali Napoli, Massimo Bordignon, direttore Dipartimento Economia e Finanza dell’Università Cattolica di Milano e componente European Fiscal Board, Marco Esposito, saggista e giornalista de Il Mattino, Giuseppe Pisauro, ordinario di Scienza delle Finanze alla Sapienza di Roma, già presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, Sandro Staiano, direttore Dipartimento Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli e presidente Associazione italiana dei Costituzionalisti.
Il documento
Lo studio presentato «aggiorna e integra le osservazioni già presentate dalla Fondazione alla luce delle ultime novità, evidenziando i punti critici, indicando possibili soluzioni e cercando di focalizzare l’attenzione sui punti della riforma che investono il sistema produttivo e possono determinare un aggravio di costi e una perdita di competitività del nostro sistema».
Non-Lep
A proposito «della delicata questione della definizione dei Lep – Livelli Essenziali delle Prestazioni», lo studio promosso dalla Fondazione mette in evidenza come «in assenza di premesse metodologiche, sia del tutto priva di fondamento dimostrativo la distinzione tra funzioni Lep e funzioni non-Lep, quemativa ste ultime suscettibili, per la loro stessa natura, di devoluzione immediata, senza attendere la definizione previa dei LEP (articolo 4, comma 2, ddl 1665)». Il ddl Calderoli «introduce una sorta di corsia preferenziale per il trasferimento di funzioni nell’ambito delle materie cosiddette non-Lep. Sono materie tutt’altro che residuali, non di rado di peculiare interesse del mondo produttivo».
L’elenco
Il documento elenca le materie con l’indicazione per ciascuna del numero di funzioni potenzialmente interessate al trasferimento, «in base alla Ricognizione effettuata nel 2023 dall’Ufficio legislativo del ministro degli Affari regionali e le Autonomie»: Rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni (16 funzioni); Commercio
con l’estero (21 funzioni); Professioni (55 funzioni); Protezione civile (41 funzioni); Previdenza complementare e integrativa (18 funzioni); Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario (8 funzioni); Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale (18 funzioni); Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale (stesse funzioni della voce precedente); Organizzazione della giustizia di pace (7 funzioni)». In tutto fanno 184.
Rischio «babele»
«È evidente – mette in evidenza il documento curato da Massimo Bordignon, Marco Esposito, Giuseppe Pisauro e Sandro Staiano – il rischio che l’attribuzione di tutte queste funzioni alle regioni, anche solo ad alcune, possa creare una babele nor