Corriere del Mezzogiorno (Campania)

POLLINI, L’AMICO GENIALE DELLE VACANZE IN MONTAGNA

- Di Cesare de Seta

Sono stato fin dall’infanzia amico di Maurizio Pollini: da ragazzi con la famiglia dopo Capri andavamo per due settimane in un paese Ponte di Legno vicino Brescia. Lì conobbi un mio coetaneo che suonava il piano in modo mirabile.

Quando lo sentii suonare andai da mia madre e le dissi che non intendevo più studiare il piano con una insegnante del luogo. Mia madre ne fu sorpresa e chiese all’insegnante il perché di questa mia decisione. L’insegnante le disse che ero stato poco fortunato visto che c’era un ragazzo milanese che era un autentico talento ed io smisi di suonare. Ma divenni amico di Maurizio e lo ascoltavo ammirato e facevamo lunghe passeggiat­e per le colline di Ponte di Legno. Poi non so per quale coincidenz­a i Pollini vennero a Capri e avevano una piccola barca con cui si andava per mare ed io ero un ospite abituale. Maurizio era figlio di Gino Pollini, un architetto razionalis­ta di grande talento assieme al suo socio Luigi Figini. Una stagione dell’architettu­ra che cominciai a studiare in modo sistematic­o. Con Maurizio si parlava di tutto, aveva una vasta cultura e molti interessi che andavano ben oltre la musica. Era molto interessat­o alla politica e inclinava decisament­e a sinistra come per altro io. In barca facevamo lunghe chiacchier­ate e la nostra amicizia si consolidò.

Quando vinse il Premio Chopin, un prestigios­o riconoscim­ento a scala internazio­nale, i giornali scrissero che Pollini era l’erede di Benedetti Michelange­li. Ed era proprio vero. Quando veniva a suonare al San Carlo a Napoli con quella che divenne sua moglie, Marilisa, non ho mai mancato un concerto. Ogni concerto era l’occasione di andare a cenare assieme ed era l’occasione per parlare di ogni cosa dalla politica alla musica: lui era amico di Luigi Nono, un maestro della musica contempora­nea. Infatti Maurizio non suonava soltanto Chopin, Bach o Beethoven, ma la musica di Schoenberg con la stessa attitudine con cui suonava i classici. La sua casa al centro di Milano l’aveva disegnata tutta bianca suo padre e fece il giro delle riviste più prestigios­e del tempo a cominciare da Casabella. Con Maurizio eravamo coetanei e il fatto che se ne sia andato è un pensiero a cui difficilme­nte mi rassegnerò. Ciao Maurizio ti sono vicino ovunque tu sia.

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