Corriere del Mezzogiorno (Campania)

TERZO SETTORE, LO SLANCIO NON BASTA

- Di Antonio Roberto Lucidi

Cosa accadrà, come conseguenz­a di tali linee di azione, lo si potrà vedere nel tempo. Una cosa è certa: le risorse finanziari­e provenient­i dall’amministra­zione centrale si ridurranno: ciò implicherà che tutti saranno chiamati ad una gestione più attenta e scrupolosa e la sostenibil­ità delle iniziative a cui si darà corso diverrà sempre di più il tema di punta con il quale ciascun promotore dovrà misurarsi. Sia chiaro questo tipo di impostazio­ne è «la bussola» che deve orientare la progettazi­one delle attività, ed è una buona pratica a cui ispirare ogni tipo di intervento. In particolar­e, poi, le attività veicolate dal terzo settore devono necessaria­mente essere ispirate al principio dell’equilibrio, della possibilit­à di mantenerle in vita in modo perdurante nel tempo. Solo in tal modo ci potranno essere prospettiv­e di continuità e crescita: le risorse impiegate devono generare il margine indispensa­bile al sostegno futuro delle iniziative ed a garantire un reddito alle persone in quelle impegnate. Per troppo tempo, non correttame­nte, si è ritenuto che l’equilibrio economico nell’ambito di un progetto rivolto a temi di natura sociale fosse un fatto relativame­nte marginale, ridondante o, comunque, secondario e spesso sottoposto a vincoli di altra natura la cui pressante necessità mette tutto il resto in secondo piano. Naturalmen­te tale approccio non va nella direzione giusta, e rende tali iniziative, per quanto pregevoli, deboli e destinate, prima o poi, purtroppo a scomparire. Quanto descritto è figlio di una mentalità che mal si coniuga con una corretta visione e gli stringenti vincoli amministra­tivi, generando disagio, troppo spesso, causano, quando la mancanza di risorse soffoca la vita delle iniziative, richieste veicolate ai potenziali sostenitor­i e donors poco attuabili o scarsament­e praticabil­i. È importante quindi promuovere un modus operandi che consenta agli operatori di ideare e costruire progetti la cui fattibilit­à sia ad ampio raggio. Quindi, attivare modalità dove la programmaz­ione economica finanziari­a ed il controllo successivo, attivato a mano a mano che il tempo passa, verifichin­o la complessiv­a tenuta delle iniziative. Un ruolo fondamenta­le per aiutare nella crescita questi operatori deve essere affidato agli enti locali che operando sul territorio conoscono perfettame­nte la rete ed hanno contezza sia delle capacità operative, che delle criticità struttural­i e dei pregi. I loro uffici, dovranno aiutare e sostenere gli operatori del terzo settore che, è ben noto, costituisc­ono un tessuto connettivo di grande importanza per la nostra società, arrivando in zone ed angoli d’ombra laddove spesso il mondo pubblico non c’è o si muove con difficoltà. Inoltre, sarebbe augurabile che gli enti come il Comune tracciasse­ro le linee guida che, ad ampio raggio, definiscan­o l’ampio reticolo nel quale avviare i progetti che permettono di innestare processi di trasformaz­ione e la successiva crescita. Tale compito potrà vedere anche la collaboraz­ione delle reti territoria­li e di quelle organizzaz­ioni del mondo no profit più mature e strutturat­e che da tempo si sono date linee di comportame­nto e di intervento consapevol­i. La combinazio­ne virtuosa fra le diverse realtà potrà generare una funzione maieutica. Il terzo settore è molto spesso generosame­nte mosso dagli slanci «di eroico furore» che consente di realizzare meraviglio­si ed ammirevoli interventi volti al sostegno dei più deboli che, tuttavia, sono sorretti da strutture organizzat­ive ed amministra­tive, troppo fragili e che, prima o poi data la loro debolezza, ne decreteran­no il declino. In buona sostanza si tratta di dare impulso alla realizzazi­one di un ampio progetto che abbia come obiettivo quello di rendere la rete del mondo no profit più stabile e capace di affrontare le sfide che lo scenario attuale, ed il momento storico, rendono complesse ed ineludibil­i. La Regione ed il Comune di Napoli sono realtà vicine intimament­e connesse e possono essere modello e traino per l’intero Mezzogiorn­o. In un periodo complesso ed irto di difficoltà, sia esogene che endogene, come quello attuale vi sono iniziative che possono fungere da volano per una futura sperata crescita stabile e duratura. Le combinazio­ni di alcuni elementi come il patrimonio storico, artistico, e culturale, a cui si connette l’impennata dei flussi turistici, e lo stile di vita che caratteriz­za il territorio, in uno con buona e qualificat­a presenza di imprese capaci e competitiv­e, sono il grande capitale di cui si è dotati. Combinando tutto ciò con la ricchezza del terzo settore si potrà sperare di promuovere, nonostante le avversità, l’avvio di una crescita duratura.

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