Corriere del Mezzogiorno (Campania)
TERZO SETTORE, LO SLANCIO NON BASTA
Cosa accadrà, come conseguenza di tali linee di azione, lo si potrà vedere nel tempo. Una cosa è certa: le risorse finanziarie provenienti dall’amministrazione centrale si ridurranno: ciò implicherà che tutti saranno chiamati ad una gestione più attenta e scrupolosa e la sostenibilità delle iniziative a cui si darà corso diverrà sempre di più il tema di punta con il quale ciascun promotore dovrà misurarsi. Sia chiaro questo tipo di impostazione è «la bussola» che deve orientare la progettazione delle attività, ed è una buona pratica a cui ispirare ogni tipo di intervento. In particolare, poi, le attività veicolate dal terzo settore devono necessariamente essere ispirate al principio dell’equilibrio, della possibilità di mantenerle in vita in modo perdurante nel tempo. Solo in tal modo ci potranno essere prospettive di continuità e crescita: le risorse impiegate devono generare il margine indispensabile al sostegno futuro delle iniziative ed a garantire un reddito alle persone in quelle impegnate. Per troppo tempo, non correttamente, si è ritenuto che l’equilibrio economico nell’ambito di un progetto rivolto a temi di natura sociale fosse un fatto relativamente marginale, ridondante o, comunque, secondario e spesso sottoposto a vincoli di altra natura la cui pressante necessità mette tutto il resto in secondo piano. Naturalmente tale approccio non va nella direzione giusta, e rende tali iniziative, per quanto pregevoli, deboli e destinate, prima o poi, purtroppo a scomparire. Quanto descritto è figlio di una mentalità che mal si coniuga con una corretta visione e gli stringenti vincoli amministrativi, generando disagio, troppo spesso, causano, quando la mancanza di risorse soffoca la vita delle iniziative, richieste veicolate ai potenziali sostenitori e donors poco attuabili o scarsamente praticabili. È importante quindi promuovere un modus operandi che consenta agli operatori di ideare e costruire progetti la cui fattibilità sia ad ampio raggio. Quindi, attivare modalità dove la programmazione economica finanziaria ed il controllo successivo, attivato a mano a mano che il tempo passa, verifichino la complessiva tenuta delle iniziative. Un ruolo fondamentale per aiutare nella crescita questi operatori deve essere affidato agli enti locali che operando sul territorio conoscono perfettamente la rete ed hanno contezza sia delle capacità operative, che delle criticità strutturali e dei pregi. I loro uffici, dovranno aiutare e sostenere gli operatori del terzo settore che, è ben noto, costituiscono un tessuto connettivo di grande importanza per la nostra società, arrivando in zone ed angoli d’ombra laddove spesso il mondo pubblico non c’è o si muove con difficoltà. Inoltre, sarebbe augurabile che gli enti come il Comune tracciassero le linee guida che, ad ampio raggio, definiscano l’ampio reticolo nel quale avviare i progetti che permettono di innestare processi di trasformazione e la successiva crescita. Tale compito potrà vedere anche la collaborazione delle reti territoriali e di quelle organizzazioni del mondo no profit più mature e strutturate che da tempo si sono date linee di comportamento e di intervento consapevoli. La combinazione virtuosa fra le diverse realtà potrà generare una funzione maieutica. Il terzo settore è molto spesso generosamente mosso dagli slanci «di eroico furore» che consente di realizzare meravigliosi ed ammirevoli interventi volti al sostegno dei più deboli che, tuttavia, sono sorretti da strutture organizzative ed amministrative, troppo fragili e che, prima o poi data la loro debolezza, ne decreteranno il declino. In buona sostanza si tratta di dare impulso alla realizzazione di un ampio progetto che abbia come obiettivo quello di rendere la rete del mondo no profit più stabile e capace di affrontare le sfide che lo scenario attuale, ed il momento storico, rendono complesse ed ineludibili. La Regione ed il Comune di Napoli sono realtà vicine intimamente connesse e possono essere modello e traino per l’intero Mezzogiorno. In un periodo complesso ed irto di difficoltà, sia esogene che endogene, come quello attuale vi sono iniziative che possono fungere da volano per una futura sperata crescita stabile e duratura. Le combinazioni di alcuni elementi come il patrimonio storico, artistico, e culturale, a cui si connette l’impennata dei flussi turistici, e lo stile di vita che caratterizza il territorio, in uno con buona e qualificata presenza di imprese capaci e competitive, sono il grande capitale di cui si è dotati. Combinando tutto ciò con la ricchezza del terzo settore si potrà sperare di promuovere, nonostante le avversità, l’avvio di una crescita duratura.