Corriere del Mezzogiorno (Campania)

VERDETTO DA PONZIO PILATO

- Di Vittorio Zambardino di Ida Palisi

Ma Ponzio Pilato era garantista? Siamo certi che questo paradosso non abbia sfiorato il dottor Gerardo Mastrandre­a, giudice sportivo e magistrato romano, che ieri ha deciso di non squalifica­re Francesco Acerbi per il presunto insulto a Juan Jesus in Inter-Napoli. Però il dubbio sfiora noi comuni mortali. Il documento del Giudice dice in sostanza che Juan Jesus si è sentito offeso ma che, mancando prove o testimonia­nze, non si può certo irrogare una squalifica che, fosse invece provato l’insulto razzista, dovrebbe essere certamente severa. Fra chi ragiona sulla base del diritto e delle decisioni giurisprud­enziali e chi invece svolge una consideraz­ione culturale c’è sempre una distanza che può essere riempita da argomentaz­ioni indebite: per esempio la richiesta della «giustizia esemplare», concetto ideologico che non può far parte della giustizia di un paese civile. O ancor peggio si potrebbe ragionare in termini di tifo, ma è lontana da noi l’idea che pressioni di potere, estranee al merito del caso, abbiano influenzat­o la decisione di ieri. Però ci pare che restino aperte alcune questioni vitali per il calcio. Che in questo sport vi sia un forte inquinamen­to razzista non pare dubbio, tanto è vero che nel giorno stesso nel quale si sarebbe verificato il fatto, si faceva appello in tutti gli stadi perché ci fosse una mobilitazi­one delle coscienze. In precedenza gli episodi sono stati molteplici, da Maignan a Vinicius, laddove l’insulto era chiarament­e percepibil­e.

Bellenger presenta a Mattarella «Napoli Ottocento»: un dono alla città

Dall’esplosione del Vesuvio in tutto il suo realismo alla materia lavica nelle opere di Burri e Mancini, è un Ottocento che inizia dal Settecento con un muro di Thomas Jones (A well in Naples) del 1782 e finisce nel Novecento. E spunta un «inedito» che ritrae Goethe che guarda stupito il vulcano, arriva da una collezione privata tedesca. È la mostra «Napoli Ottocento» che Bellenger, curatore, ha inaugurato con Mattarella nelle Scuderie del Quirinale. «Un dono alla città», ha detto. E su ciò che sta accadendo a Capodimont­e: «È un’opera buffa».

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