Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Vizio di tardività Dissequestrati i beni dei Pellini
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli relativo al patrimonio del valore di oltre 200 milioni di euro dei fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori del settore rifiuti condannati con sentenza definitiva per traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale e ritenuti tra i responsabili dell’inquinamento dell’area di Acerra. I beni ora dovranno essere restituiti ai Pellini. Alla Suprema Corte si erano rivolti i difensori dei tre imprenditori chiedendo di dichiarare l’inefficacia del decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli il 19 giugno del 2023 perché affetto da vizio di tardività, in quanto oltre il termine di 18 mesi prescritto per un provvedimento di secondo grado. «Questo provvedimento è una chiara sconfitta dello Stato dinanzi all’ecomafia, il popolo della Terra dei Fuochi non può consentire tale ingiustizia – protesta Alessandro Cannavacciuolo, noto ambientalista del territorio -. Vi è stato un disastro ambientale aggravato, prima che sia troppo tardi chiediamo alla Procura di Napoli di emettere un nuovo provvedimento di sequestro». Padre Maurizio Patriciello, che da decenni lotta contro l’ecomafia, si dice «allibito, nauseato e indignato: anche oggi sto qua a parlare agli studenti di legalità. Piango. Altro non so fare per non smarrire la mia dignità di uomo. Oggi la nostra amata Italia ha scritto un’altra pagina nera». Sergio Costa, vicepresidente della Camera ed ex ministro dell’Ambiente, annuncia una interpellanza urgente al ministro della Giustizia Nordio: «La restituzione dei beni ai Pellini è una vicenda terribile che mostra uno Stato opaco». E il deputato del M5s, Federico Cafiero de Raho,è intervenuto alla Camera: «Ad Acerra vi era stata una attività di inquinamento gravissima con grave pericolosità per la salute delle persone e la Corte di Cassazione ha sostanzialmente annullato il provvedimento della Corte di Appello di Napoli per il superamento dei termini in relazione alla decisione. Chiediamo che il ministro della Giustizia possa dare una informativa chiara e completa su un fatto che ci sembra di estrema gravità». Richiesta di informativa contestata da FdI, FI, Lega e Italia Viva. E il deputato Francesco Emilio Borrelli, vice presidente della Commissione ecomafie: «Proprio non capiamo perché la Corte d’Appello di Napoli non sia riuscita ad emettere la sentenza di confisca nei termini previsti dalla legge».