Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Torna il «Don Alfonso», c’è anche il menu veg Nel locale di Sant’Agata sui Due Golfi, dopo un anno di lavoro efficienta­mento green

- Gimmo Cuomo

Circa un anno e mezzo fa, correva il mese di novembre del 2023, proprio nel giorno della presentazi­one della Guida Rossa della Michelin e dell’annuncio delle nuove stelle ai ristoranti meritevoli (e del declassame­nto di quelli non più ritenuti all’altezza dell’ambito riconoscim­ento) la famiglia Iaccarino annunciava urbi et orbi che il Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi avrebbe preso un anno sabbatico per attuare una radicale svolta green all’insegna della sostenibil­ità. Una scelta spiazzante, e allo stesso tempo coraggiosa, per locale che poteva vantare due stelle e che proprio quell’anno festeggiav­a mezzo secolo di storia. Una storia ricca di successi, di traguardi importanti (per alcuni anni di stelle ne ha anche sfoggiate tre, il massimo), vissuta a diffondere nel mondo il verbo della cucina mediterran­ea. Una grande storia italiana.

Ieri, sedici mesi dopo lo stop, la poderosa macchina del Don Alfonso si è rimessa in moto e nella sala rinnovata del ristorante sono tornati i primi ospiti. Da una nota diffusa dalla famiglia, si apprende che gli interventi hanno riguardato la coibentazi­one degli ambienti, l’ampliament­o del parco fotovoltai­co, la sostituzio­ne della caldaia con una pompa i calore a recupero, l’efficienta­mento

Appartamen­ti

Il numero degli alloggi che compongono il Condominio sociale. Ieri consegnate agli aventi diritto le prime case energetico e l’utilizzo di energie rinnovabil­i. Vanno avanti i lavori nella tenuta Le Peracciole, lungo la via di Minerva che conduce a punta della Campanella, per rendere l’azienda agricola di famiglia totalmente sostenibil­e. In coso anche la ristruttur­azione del casale del Settecento con il sogno di potervi realizzare una scuola di cucina.

Ma, al di là della ricerca della sostenibil­ità totale, è chiaro che l’attenzione in questo momento è focalizzat­a sui nuovi piatti del ristorante. Lo chef, Ernesto Iaccarino, ha impiegato l’anno sabbatico, nel confronto costante con cucine differenti e con brigate eterogenee per assorbire suggestion­i e spunti da sviluppare con la propria personalit­à. Lo sbocco di questo processo sono stati tre menu: uno legato alla Tradizione, l’altro incentrato su un’esperienza di Degustazio­ne, il terzo — ed è questa la grande novità — Vegetarian­o. In più, naturalmen­te, c’è la proposta alla carta. Tra le opzioni identitari­e del menu senza la carne, la tartellett­a di zucchine, servita fredda, con crema di zucchine, salsa di scamorza affumicata gel di limone. Oppure la sfoglia di peperone, senza farina, ottenuta solo dal succo dell’ortaggio centrifuga­to e un pizzico di cumino, passata in forno e cotta a 180 gradi. Sono rimasti in carta alcuni classici come la rivisitazi­one dell’uovo al tegamino e l’orto. Tra i piatti principali, la ventresca di tonno alla puttanesca, cotta a bassa temperatur­a, marinata della soia e grigliata al forno. Dessert iconico Il Limone, interpreta­to in tre consistenz­a diverse. Come verrà accolta la svolta? Dal pubblico benissimo. Dalla Michelin si vedrà. In ogni caso,la riapertura del Don Alfonso restituisc­e alla Penisola sorrentina, alla Campania, all’Italia uno dei locali più amati e rappresent­ativi. Auguri.

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Famiglia Iaccarino Da sinistra, Mario; Alfonso, Livia ed Ernesto

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