Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Jodice, 90 anni «Guardo ancora al futuro»
chiarezza il ruolo e il peso di questo genio dell’arte fotografica, per esempio portando a compimento la collocazione permanente di diverse collezioni che ha donato a Capodimonte. Dopo il pensionamento di Bellenger, il progetto è andato avanti? «Non abbiamo capito», rispondono insieme Mimmo e Angela. «Non è un rimprovero ma non sappiamo più a che punto è la situazione». Intanto però Mimmo Jodice non si è fermato. La grande mostra prima a Torino e poi a Firenze ha portato ancora una volta i suoi capolavori in giro per i maggiori musei e lo scorso anno l’artista ha partecipato a un progetto ideato da Giovanni Caccamo, «La forma delle parole», sull’idea di futuro con testi di sessanta giovani e opere di dieci maestri dell’arte contemporanea. Jodice ha creato per l’occasione un’immagine che si intravede dietro una pagina strappata. Un lavoro concettuale, che rimanda ai suoi esordi negli
Il maestro della fotografia festeggia con la moglie Angela e i figli un compleanno importante «Come sto? Come si sta alla mia età»
anni Sessanta. E proprio a quel periodo torna lui stesso, quando gli chiediamo qual è la sua opera preferita tra le centinaia che ha realizzato. «La mano con il taglierino. O le impronte digitali». Erano lavori degli esordi, quando Jodice stava passando dalla pittura alla camera oscura, esplorando le mille possibilità del mezzo. Da allora in poi il suo sguardo si è sempre più affinato, è diventato più intenso. «Viene sempre prima lo sguardo, poi la macchina fotografica», ci tiene a precisare. I paesaggi si sono rarefatti, dalle immagini politiche Jodice è passato a una visione metafisica, ideale, a quella sua cifra così riconoscibile e poetica, a quei suoi paesaggi fatti di chiaroscuri. «La fotografia è luce», spiega. E lui ha saputo catturarla, farla vincere, per sempre, sull’ombra.