Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Logica del terrore e immagini brutali
Int ’o rione
Forse ancora più del numero di morti lasciati al suolo, i terroristi puntano alle vittime della paura che sanno di poter raggiungere mostrando al mondo la barbarie. Le ActionCam usate dai terroristi di Mosca o da quelli di Hamas il 7 ottobre scorso, dimostrano la cinica consapevolezza che le immagini possono moltiplicare la capacità di fuoco dei Kalashnikov e delle bombe incediarie.
In questo senso bisognerebbe forse chiedersi qual è il confine del diritto (dovere) di cronaca se il rischio è quello di diventare inconsapevoli complici di quegli assassini. È loro chiara intenzione infatti portare il sangue delle vittime innocenti fin sul divano di casa della gente comune, gettandola nel panico. Putin e i suoi hanno calato la maschera mostrando le sevizie inferte ai terroristi, e se prima uccidevano i loro oppositori nascondendosi dietro il fragile paravento dell’ambiguità, hanno adesso deciso di palesare la loro natura. Mostrando quelle immagini hanno dichiarato che al terrore risponderanno con altro terrore. I loro nemici ora sanno che nel momento in cui cadranno nelle loro mani subiranno una sorte atroce, la loro spettacolare fine non terrà conto di alcuna legge morale o etica. Non saranno più considerati esseri umani, non conosceranno pietà, saranno calpestati, umiliati, mutilati.
Pare addirittura che il coltello usato dal soldato russo per mozzare l’orecchio (per costringerlo poi a mangiarlo) di Saidakrami Rachabalizoda, presunto terrorista del Crocus, sia stato messo all’asta su Telegram ricevendo numerose offerte (Fonte: ilGiornale.it 27 marzo 2024). È dal modo in cui si trattano i nemici e gli oppositori che una democrazia si distingue da un regime autoritario.
Una democrazia matura in nessun caso sarà disposta a rinunciare alle faticose conquiste in tema di diritti umani, e anche quando viene colpita in modo vile e brutale sa come frenare gli istinti bestiali per salvaguardare la dignità umana, anche quella del nemico, qualunque crimine abbia commesso. Una democrazia è la giustizia che persegue, non la vendetta. Un confine questo che una volta superato precipita un popolo intero indietro di secoli. È per queste ragioni che Jorit, ma anche il popolo russo, dovrebbero aver chiaro adesso con chi hanno a che fare e non continuare a cadere nella trappola di questi personaggi che si presentano come persone ragionevoli, guardiani e salvatori della patria e dell’identità, ma nascondono ben altra natura. Se è vero che le tematiche legate all’invasione dell’Ucraina sono complesse da capire, e se è vero che esiste una propaganda occidentale che tende a nascondere le ragioni degli avversari, è però certo adesso che Putin non è chi vorrebbe far credere di essere. Come i terroristi usano i temi della religione per nascondere i loro scopi reali, Putin cavalca i temi della rivalsa del suo straordinario popolo per perseguire i suoi disegni di dominio. Io credo che anche noi occidentali abbiamo delle responsabilità gravissime su quanto sta accadendo, ma le ragioni del popolo russo non avranno mai la dignità che meritano se sarà Putin a rappresentarle.