Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ruotolo: «Una svolta vera Potrebbe diventare il nostro Tommaso Buscetta»

- Di Simona Brandolini

Sandokan Schiavone ha «condannato a morte» Roberto Saviano, Rosaria Capacchion­e e in ultimo Marilena Natale. Il boss di Casapesenn­a Michele Zagaria, invece, Sandro Ruotolo. Tutti «colpevoli» di aver raccontato la camorra, gli intrecci con la politica e l’imprendito­ria. Per questo motivo tutti sotto scorta. «Questo di Schiavone è un pentimento importante: io penso che potrebbe essere il nostro Tommaso Buscetta», spiega Ruotolo, giornalist­a di rango e ora anche componente della segreteria nazionale del Pd.

Ruotolo ci spiega perché è un pentimento ritenuto importante?

«Perché negli anni 90 Sandokan Schiavone è stato a capo della camorra di Casal di Principe. Capiamoci parliamo lui, Zagaria, Iovine, sono tutti dei capi zona. Che si spartiscon­o un territorio e subentrano ad Antonio Bardellino, che aveva il fratello sindaco di San Cipriano d’Aversa, comune sciolto per camorra. E che fu ucciso in Brasile».

Cosa intende quando dice che potrebbe essere il nostro Tommaso Buscetta?

«Perché quella casalese è una camorra simile a Cosa nostra, violenta, silenziosa. Tant’è che Franco Di Carlo, pentito di mafia che ha inguaiato Dell’Utri, mi raccontò che portò Totò Riina in quelle zone a fare la pungiuta, cioè associa

re questi boss alla mafia».

Gli anni ‘90 sono un periodo di sangue.

«Di sangue certo. Di innocenti uccisi come don Peppe Diana, ma anche dei consigli comunali sciolti a ripetizion­e, dei rapporti con la politica e l’imprendito­ria. Tant’è vero che Carmine Schiavone mi racconta che rompe con la famiglia quando si mettono nel business dei rifiuti. Sono gli anni dell’ascesa di questo gruppo criminale. E sicurament­e Sandokan è stato il più violento».

Secondo lei perché si è pentito? Perché sarebbe malato?

«Ventisei anni di carcere duro sono pesanti anche per i boss. Il famoso Zagaria, che ha vissuto sotto terra 11 anni, in alcune registrazi­oni dice alle sorelle che si vuole pentire e loro dicono no per non intaccare gli affari. Infatti il clan Zagaria esiste ancora. Detto

questo è chiaro che ce lo devono dire i magistrati perché si è pentito».

A quanto trapela i familiari avrebbe rifiutato la protezione, cosa significa?

«Significa che non abbiamo ancora vinto, ma è importante. Quando dico che è come Buscetta è perché a differenza della camorra napoletana, che è molto orizzontal­e, quella casalese è piramidale. Quindi il suo pentimento potrebbe farci scoprire i colletti bianchi, i rapporti con la politica, deve raccontare le stragi di quegli anni. La scia di sangue, gli affari, la trasformaz­ione della camorra».

Cosa cambia sul territorio?

«Si creeranno nuovi equilibri, se non si sono pentiti gli altri significa che il clan è ancora in vita. Dobbiamo capire ora chi sarà il capo».

 ?? ?? Sandro Ruotolo
Sandro Ruotolo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy