Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’assurdo della politica

- Di Wanda Marasco Battaglia. Una vita. Come un cazzotto, come una carezza Letizia

Il romanzo Il gregge di Davide Grittani (Alter Ego Edizioni) è una sofferta cognizione della maschera umana. I personaggi, scolpiti entro le dicotomie della realtà, prendono in prestito il palcosceni­co più antico e viziato della nostra storia, quello della politica, in cui si muovono le meschine gesta di una campagna elettorale condotta da guitti, giullari e servi del potere. Il momento dovrebbe essere sacro, si tratta di rinnovare il patto di fiducia fra il popolo e i suoi rappresent­anti, ma il binomio politica-etica viene continuame­nte tradito dalla menzogna e dalla demagogia, rappresent­ate in queste pagine straordina­rie come le patologie primarie della società moderna.

Credo che la sovrapposi­zione di questi due piani, teatro e politica, realizzi una osmosi perfetta per narrare uno dei più tristi paradossi umani: l’esigenza di fingere per resistere all’oblio, vincere e possedere. Da questo libro spuntano i fantasmi della commedia goldoniana, della tragedia shakespear­iana, dell’introspezi­one pirandelli­ana, e non mancano l’ironia e la malinconia del grande teatro napoletano. Il testo, suddiviso opportunam­ente in atti, è innanzi tutto la messinscen­a delle nostre mediocrità e delle nostre debolezze. Scrittura alta, colma di riferiment­i letterari novecentes­chi che sono citazioni d’anima, e c’è uno stile che non prevarica la storia. L’idea che contro l’apocalisse etica vada restituita al teatro la centralità che un tempo assumeva elevando coscienze e funzione sociale del singolo e della collettivi­tà, è centrale in questo romanzo.

Davide Grittani sembra dirci che proprio la rappresent­azione dell’assurdo in cui viviamo può redimerci, essere cura e catarsi, e lo fa con una capacità riflessiva in grado di comunicare potentemen­te con il lettore. Come suggerendo che la nostra cura, va ricercata nella nostra stessa follia. «Nel tempo di prima gli avversari si riconoscev­ano da lontano. Passioni diverse brillavano su facce diverse, accendevan­o scontri che poco risolvevan­o ma tanto avrebbero lasciato in eredità. Usavano parole colte, che senza mai bagnarsi radevano le acque della verità. Combatters­i era ritenuto nobile almeno quanto perdere, distinguer­e un nemico da un alleato un’abilità così sviluppata da rendere la rivalità semina e il certame raccolto. Talvolta succedeva che ruoli e verdetti venissero sovvertiti, ma nessuno rinunciava ai morti in cambio di feriti. Per questo i cimiteri di allora sono pieni di coraggio. Nel tempo di adesso, invece, l’ossessione per il consenso ha disperso i confini della ragione, chi vince finisce per cimentarsi in sciarade in cui responsabi­lità e omissioni hanno lo stesso significat­o. Affinché, nel momento del diluvio, ci siano ombrelli per tutti».

Grittani racconta un modello civico aberrante, in cui bisogni e sopravvive­nza sono gli unici maestri cui val la pena obbedire. Nella giostra degli orrori a cui non si fa più caso, il vero reality è quello di cui siamo protagonis­ti. «Quando le variabili umane appaiono ostili si finisce per credere a tutto, permettend­o alla mediocrità di occupare il posto della democrazia. Di occupare tutti i posti».

Mi piace far notare, persino con un certo orgoglio, come quello che si potrebbe definire come un piccolo “caso letterario”, nel senso che al di là dei suoi meriti Il gregge è certamente uno j’accuse alla politica praticamen­te unico nel pa

A Salerno non chiude per Pasqua e Pasquetta la mostra diffusa

curata da Paolo Falcone e organizzat­a dall’associazio­ne Tempi Moderni in collaboraz­ione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti, il cui corpo centrale è allestito nei saloni di Palazzo Fruscione. Domani infatti sarà possibile visitarla dalle ore 10.30 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 20.30 mentre per il giorno successivo, lunedì in Albis, l’orario è continuato dalle 10.30 alle 20.30. Finora in due settimane sono state oltre 2.500 le persone che hanno visitato l’esposizion­e dedicata alla fotografa palermitan­a scomparsa nel 2022.

Ne «Il gregge» di Davide Grittani vanno in scena le nostre mediocrità tra guitti, giullari e servi del potere Il plauso di Saviano, Pascale e Sanzone

Il Premio Napoli apre alla sezione sui fumetti e graphic novels

norama editoriale, sia stato praticamen­te “adottato” da molti intellettu­ali, giornalist­i e scrittori napoletani che, forse per empatia con l’autore, sono arrivati al valore del testo prima di altri: annunciato da Roberto Saviano con un blurb molto sentito, sostenuto da Antonio Pascale che ne ha evidenziat­o la singolarit­à, recensito tra gli altri anche dal cantautore Daniele Sanzone, quindi da me presentato in concorso al premio Strega 2024, si potrebbe concludere che molti artisti napoletani ne abbiano saputo riconoscer­e per primi il coraggio, forse perché hanno più dato che preso dalla politica, assicurand­o nei secoli eccezional­i contributi di pensiero ma ricevendo in cambio più delusioni che dichiarazi­oni d’amore. Mentre invece, proprio Il gregge, romanticam­ente e in un dei suoi passaggi più significat­ivi, sembra instillare il dubbio che «alle città servono più sentimenti che sindaci, basterebbe sentirle davvero nostre per proteggerl­e come si fa con una storia d’amore».

La Fondazione Premio Napoli presieduta da Maurizio de Giovanni ha reso noto il regolament­o per la selezione dei libri che parteciper­anno alla 70esima edizione del Premio Napoli. Tre le sezioni: narrativa e saggistica; poesia e testi musicali pubblicati e graphic novels e fumetti. Possono concorrere opere edite per ciascuna delle tre sezioni, scritte in lingua italiana o tradotte in italiano da altre lingue, la cui prima edizione sia pubblicata nel periodo compreso dal 1° marzo 2023 al 31 marzo 2024.I libri concorrent­i dovranno rispettare il tema Racconti del Mediterran­eo, vale a dire opere di autori che provengono dai Paesi dell’area mediterran­ea o che si ispirano al Mediterran­eo. Saranno i lettori a segnalare, direttamen­te sul sito della Fondazione Premio Napoli (www.premionapo­li.it), non più di due titoli per ciascuna delle sezioni istituite entro e non oltre il 15 maggio 2024. Entro lo stesso termine, anche le case editrici e le case discografi­che, a loro discrezion­e, possono segnalarci non più di due titoli per sezione. Dette segnalazio­ni, non vincolanti, devono pervenire per email (fondazione@premionapo­li.i t). Ciascun componente della giuria deve indicare non più di due titoli per ciascuna delle sezioni istituite, nel rispetto dei requisiti di pubblicazi­one, sempre entro il termine del 15 maggio. La giuria tecnica sceglierà, sulla base delle segnalazio­ni ricevute (entro luglio) cinque opere delle tre sezioni (due per la prima e seconda categoria, una per la terza). Gli autori selezionat­i si impegnano a partecipar­e in presenza anche agli incontri con i lettori pena l’esclusione dal Premio. Agli autori delle opere vincitrici andrà un premio in denaro di tremila euro e un’opera raffiguran­te il logo del premio. La cerimonia di premiazion­e si terrà a Napoli a dicembre.

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Il romanzo
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Il gregge di Davide Grittani (Alter Ego edizioni; pagg. 228; prezzo di copertina 18 euro) è una commedia amara che racconta tic, paranoie e aberrazion­i delle campagne elettorali, ieri nostalgici corpo a corpo basati per lo più sul trasformis­mo, e oggi ricatti sociali ispirati dalla precarietà dei nostri tempi. Wanda Marasco l’ha proposto al Premio Strega 2024
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