Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Comune riapre via Morghen Ma chiude il Maschio Angioino

Fino all’ultimo il ritorno alla normalità è stato in bilico: non era ancora arrivato il via libera dagli uffici. Poi in tarda mattinata il nodo si è sciolto Si stacca una pietra dal cortile interno del monumento che ora per sicurezza è stato interdetto ai

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Una strada riaperta ed un monumento richiuso. È la Napoli dai due volti di Pasqua 2024. La strada ritrovata è via Morghen che era interdetta al traffico dal 21 febbraio, il giorno della voragine. Le transenne erano state eliminate già in parte venerdì. Quelle residue sono state tolte ieri mattina sul presto. Alle 12.41, poi, gli operai della Meritec hanno staccato il nastro adesivo a monte e a valle del cantiere dai pali ai quali era legato ed ha riaperto al traffico via Morghen. Evento annunciato – venerdì mattina gli operai lo davano per certo – ma meno scontato di quanto si possa immaginare. Alle 11.30 di sabato, infatti, la riapertura era ancora in bilico. Il motivo? Non era ancora arrivato il via libera dagli uffici tecnici del Comune, nonostante ABC avesse comunicato sin dalle 7.30 la condizione di cessato pericolo.

Si è rischiato, dunque, che le transenne appena rimosse fossero risistemat­e. Il nodo si è sciolto in tarda mattinata. «Come promesso nelle scorse settimane – ha commentato l’assessore Edoardo Cosenza, che nella giunta Manfredi ha la delega aIle Infrastrut­ture ed alla Mobilità – concluso il complesso intervern

"L’assessore Cosenza Concluso il complesso intervento di ABC, a seguito della voragine del 21 febbraio scorso, la carreggiat­a è tornata transitabi­le alle auto

to di Abc in seguito alla voragine che si era aperta il 21 febbraio, la carreggiat­a è tornata transitabi­le».

Il Comune informa che fino all’adeguament­o della segnaletic­a stradale, che avverrà subito dopo le feste di Pasqua, rimarrà in vigore il doppio senso di marcia che era stato istituito sul lato di via Cimarosa per aggirare l’interruzio­ne della carreggiat­a. Il tratto dove è stato ripristina­to il manto stradale dopo la voragine di febbraio è ora in asfalto drenante e balza agli occhi in una strada che, per il resto, è costituita da sanpietrin­i. In estate, forse, l’asfalto sara rimosso a vantaggio dei sanpietrin­i, a meno che non prevalga l’idea di lasciare le cose come stanno per evitare ulteriori disagi.

Mentre al Vomero apriva via Morghen, in piazza Municipio si è sfiorata la tragedia. In tarda mattinata,infatti, si è staccata una pietra da una facciata interna del Maschio Angioino, a quell’ora affollato dai turisti. È caduta a terra nell’area prospicien­te la biglietter­ia, all’interno del cortile. Se avesse colpito qualcuno, le conseguenz­e sarebbero state drammatich­e.

Il castello, tra i simboli della città e tra i monumenti più visitati da chi viene a Napoli in vacanza, è stato sgomberato in tutta fretta.

Delusione e sconcerto tra i turisti. Il monumento resterà chiuso anche oggi e nei giorni successivi, perché bisogna capire se sono necessari interventi di rimozione di altre parti della facciata a rischio caduta.

Quello di ieri, peraltro, non è certo il primo episodio. Ad ottobre dell’anno scorso, per esempio, precipitò su via Acton dalla facciata esterna dell’edificio una grossa pietra. Anche in quell’occasione il caso volle che non ci fossero vittime. A maggio 2023 il ministro Sangiulian­o aveva annunciato lo stanziamen­to di 13 milioni di euro per il Maschio Angioino, così ripartiti: 2,5 milioni per la rimozione delle

vita posticipa il momento più che altrove. Dato questo che va letto in parallelo con il “tasso di nuzialità”, che in Campania continua a essere superiore al resto d’Italia (3,5 per mille contro il 2,9 per mille del centro-nord) ma nel 2023 è stato in netta contrazion­e. Insomma, si va sempre meno all’altare a dispetto delle tradizioni. Ma il dato forse più significat­ivo è che la Campania è l’ultima regione italiana nella speranza di vita, sebbene con una marcata differenza tra uomini (79,4 anni) e donne (83,6). Si vive più a lungo in Lombardia (81,9 per i maschi e 86 per le donne), nelle Marche (81,8 per i maschi e 85,9 per le femmine), e in generale in tutto il centro-nord, ma si vive anche di più in Puglia (80,9 per i maschi e 84,9 per le femmine). Secondo l’Istat, «se il Trentino-Alto Adige si presenta quale regione più longeva, la Campania dal suo canto continua a presentare la minor aspettativ­a di vita. Tra le due realtà territoria­li si evidenzia nel 2023 un divario di 2,9 anni consideran­do nell’insieme uomini e donne, che non accenna affatto a diminuire ma semmai a crescere (era 2,2 nel 2003, 2,7 nel 2013)». Quest’andamento non è una novità perché conferma la tendenza registrata nell’ultimo decennio che ha talvolta suscitato dubbi e polemiche sulla qualità della sanità nella regione ma anche sugli stili di vita, i livelli di inquinamen­to e le abitudini alimentari dei suoi abitanti. I flussi demografic­i rivelano un altro aspetto in cui la

Campania fa la differenza. Rispetto all’invecchiam­ento della popolazion­e, che a livello nazionale è una tendenza ormai inesorabil­e, è la regione che registra il maggior numero di residenti in età infantile in Italia dopo il Trentino Alto Adige, segno di una eccezional­e vitalità che poi, però, va scemando nel tempo come dimostrano i dati sullo spopolamen­to, soprattutt­o delle aree interne, a favore delle regioni del nord, e questo è un tema che conosciamo. La morale della favola è che la Campania, complice cultura, storia e un certo dinamismo imprendito­riale, sembra proprio un territorio pieno di vita e di speranza che poi non riesce a esprimere fino in fondo le sue potenziali­tà facendosi forza trainante del Sud. Anche questa non è una novità, ma vederlo espresso dai dati in maniera così lampante fa una certa impression­e. Peccato che se ne parli così poco.

Nel Mezzogiorn­o e nel Paese Una regione piena di vita e speranza che però non riesce a esprimere le sue potenziali­tà per diventare forza trainante

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