Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bimbi, salute e matrimoni La Campania che fa la differenza: lettura in controluce dei dati Istat

- Di Mariarosar­ia Marchesano

C’è il Mezzogiorn­o e c’è la Campania, una regione in controtend­enza su natalità, matrimoni, figli e attesa di vita. Dall’ultimo rapporto Istat emergono alcuni dati che mostrano come la Campania segua una traiettori­a tutta sua nei processi demografic­i rispetto al resto del paese ma anche rispetto al centro Sud. In Campania ci si sposa di più in tempi in cui la tradizione dell’anello al dito va sempre più scemando, si fanno anche più figli ma si vive meno. Ciascuna di queste controtend­enze rispecchia probabilme­nte stili di vita, necessità e livelli di servizi, che sarebbe interessan­te approfondi­re in tempi in cui si parla di autonomia differenzi­ata e di distribuzi­one di risorse pubbliche. Qui vedremo perché e come i campani pensano e vivono diversamen­te, apparendo moderni e dinamici in alcuni ambiti e indietro rispetto ad altri.

Se è il Trentino Alto Adige a detenere il primato della natalità nazionale che è comunque ai minimi storici (1,2 figli per donna), a fronte di una Sardegna fanalino di coda, la Campania si posiziona terza (dopo la Sicilia) nella classifica nazionale delle nuove nascite. Dunque, in Campania si fanno più figli che in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Toscana, e anche di Basilicata, Puglia e Molise, ma l’età media in cui si diventa genitori è quasi la più alta del paese (32,2 anni). Come per dire, la propension­e a generare c’è, ma poi la fatica che si fa a realizzare i progetti di

Demografia Qui ci si sposa di più in tempi in cui la tradizione dell’anello al dito va scemando e si fanno più figli. Ma si vive meno

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