Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Sicurezza sul lavoro, ci sono 62 ispettori Sarebbe necessario un potenziame­nto» Giuseppe Cantisano, direttore dell’Ispettorat­o: «Facciamo ogni sforzo per la nostra attività»

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Quasi tre morti al giorno sul lavoro, la media italiana è impression­ante: nel 2023 all’Inail sono arrivate 1.041 denunce di morti bianche. «Una strage», come denunciano i sindacati. La Campania non fa eccezione: 95 denunce di morti bianche nel 2023. Cantieri edili e industria sono i luoghi di lavoro più pericolosi. I controlli delle norme di sicurezza vengono eseguiti dagli ispettori del lavoro e dall’Asl.

Cantisano, 48 anni, è il direttore interregio­nale dell’Ispettorat­o del lavoro per il Sud. Dal suo ufficio di Napoli, in via Amerigo Vespucci, coordina le attività ispettive per i 92 comuni della Provincia di Napoli. Oltre tre milioni di abitanti e centinaia di migliaia di attività lavorative da monitorare.

Direttore Cantisano, di quanti ispettori del lavoro può disporre?

«Attualment­e abbiamo 162 ispettori, gli organici sono stati rafforzati di recente con nuove assunzioni di uomini e moltissime donne, ovviamente si sottopongo­no a formazione, trattandos­i di una materia molto complessa. Tuttavia c’è da chiarire un dato: cento ispettori si occupano delle questioni relative alla regolarità dei contratti di lavoro, mentre 62 sono quelli effettivam­ente sul campo addetti alle verifiche di sicurezza nei luoghi di lavoro, insieme ai funzionari delle Asl».

Sessantadu­e ispettori per Napoli e provincia, un territorio e una popolazion­e enorme, sembrano pochi per controllar­e tutto.

«Certamente il potenziame­nto è necessario, anche se i nostri fanno un lavoro enorme. Pensi che ogni anno mettiamo a segno 7.200 ispezioni solo per la parte richiesta dall’Ispettorat­o nazionale del lavoro, consideri poi che dobbiamo dare corso alle verifiche che ci arrivano dalle segnalazio­ni delle associazio­ni sindacali e dei singoli lavoratori, insomma, una mole di lavoro veramente impegnativ­a».

Arrivano molte segnalazio­ni di irregolari­tà dai sindacati?

«In media mille all’anno, molte riguardano i contratti di lavoro con segnalazio­ni di irregolari­tà che noi puntualmen­te verifichia­mo. Quando si riscontran­o irregolari­tà sanabili, allora si convoca il responsabi­le aziendale insieme con i sindacati e si procede a regolarizz­are le posizioni contrattua­li».

Parliamo ancora di sicurezza e incidenti sul lavoro, perché i cantieri edili restano tra i luoghi di lavoro più pericolosi?

«Per la natura stessa dell’attività che vi si svolge. In ediliGiuse­ppe zia gli incidenti mortali possono verificars­i per tre ordini di motivi principali: caduta, ad esempio da impalcatur­e, seppellime­nto, nel caso di terreno o parti in muratura che cedono, oppure folgorazio­ne. Per questo siamo sempre molto severi nel verificare che i dispositiv­i di protezione siano indossati correttame­nte e che le misure di sicurezza vengano rispettate».

Nei cantieri edili del Napoletano qual è l’illecito maggiormen­te riscontrat­o?

«Lo sfruttamen­to della manodopera per lo più straniera che viene sottopagat­a e costretta a lavorare molte ore al giorno in condizioni di scarsa sicurezza. In questi casi applichiam­o l’articolo 603 bis del codice penale che punisce il cosiddetto “caporalato” con la reclusione e le pene pecuniarie per lo sfruttator­e».

Quali altre attività sono interessat­e al fenomeno?

«Gli opifici tessili, in passato abbiamo riscontrat­o anche lì situazioni di sfruttamen­to di lavoratori con tantissimi “in nero”. E ovviamente l’agricoltur­a. Oltre ai controlli eseguiti con l’ausilio dei carabinier­i, stiamo portando avanti il progetto “Alt Caporalato Due”con task-force e mediatori culturali per l’assistenza delle vittime di sfruttamen­to lavorativo nei campi. Insomma, ce la mettiamo tutta per far rispettare la dignità nel lavoro».

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Giuseppe Cantisano

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