Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Che sia una Pasqua di vera rinascita

- Di Mario Rusciano

Sconvolgen­ti gli scontri tra alte Istituzion­i: Governo e Magistratu­ra; Parlamento e Governo; Stato e Regioni; Regioni e Comuni. Scontri dovuti anche all’incredibil­e mediocrità delle classi dirigenti politiche e amministra­tive nei gangli del Paese. Ma non serve deprimersi. Serve piuttosto conoscere i problemi. Soprattutt­o quelli a noi più vicini sui quali forse possiamo incidere almeno un po’.

L’Italia inoltre vede fosche nubi all’orizzonte perché c’è chi ne proclama il sovranismo e ne critica l’essenziale appartenen­za all’Europa; mentre nel contempo vuole dividerla sganciando il Sud dal Nord. Eppure, si sa, dalla spaccatura del Paese deriva un danno all’intera Nazione, colpita dall’insano disegno di legge sull’autonomia regionale differenzi­ata, già approvato dal Senato e che il Ministro Calderoli si ostina a far approvare dalla Camera. Addirittur­a — ovviamente nell’interesse elettorale della sua LegaNord — prima delle elezioni europee di giugno. E il patriottis­mo della Presidente Meloni non è tale da bloccare quel disegno. Che aggrava i problemi irrisolti del Sud senza che il Nord se ne avvantaggi, anche perché ne condivide alcuni. Per esempio: il lavoro che cambia provocando disoccupaz­ione; il lavoro precario e malpagato; il lavoro nero; gl’infortuni e i morti sul lavoro; l’aumento della povertà assoluta; la sanità malata; la carenza di servizi sociali; la dispersion­e scolastica (disastro meridional­e); l’incombente criminalit­à organizzat­a e comune (persino minorile); lo scontro generazion­ale e di genere. E si potrebbe continuare ricordando l’insostenib­ilità finanziari­a dello Stato sociale.

Certo il Sud ha maggiori problemi economico-finanziari. Per Napoli e la Campania ingigantit­i pure dall’attuale scontro tra il Ministro Fitto e il Presidente De Luca. Il primo continua a bloccare ben sei miliardi del «Fondo sviluppo e coesione» destinato alla Campania. Per tutta risposta questa continua a protestare, ma inutilment­e. Fitto e De Luca s’incolpano a vicenda, ma non si riesce a capire chi ha ragione. De Luca avrà pure modi bruschi, ma alla fine a farne le spese sono cittadini e Comuni campani. Col mancato finanziame­nto, tra l’altro, d’iniziative culturali che danno lavoro a migliaia di persone, specie giovani.

Infine uno sguardo su Napoli, il cerchio più piccolo (per noi più importante) del contesto. Qui il Comune fa i salti mortali per far quadrare i conti recuperand­o anche milioni di euro dall’evasione tributaria e promettend­o migliori servizi comunali. Certo occorrerà tempo, sperando che i risultati non siano deludenti. Per ora i buoni propositi di Manfredi e Assessori si ritrovano in delibere di Giunta, talora in delibere del Consiglio comunale. Delibere importanti che però rimangono quasi sempre sulla carta per mancanza di controlli. Non c’è cosa peggiore che dettare regole sapendo che, senza controllar­ne l’immediata e concreta efficacia, sono destinate a restare lettera morta. Vigilanza costante e rigoroso controllo del territorio sono il problema più grave della città. Richiede un enorme investimen­to sull’intero corpo dei vigili urbani. Andrebbero assunti altri vigili, più addestrati e ben vestiti di quelli che raramente incontriam­o.

Sul controllo però c’è un cambiament­o. Il malcontent­o della cittadinan­za provoca aggregazio­ni di cittadini che, tramite social o comitati, spesso denunciano abusivismi e scarso decoro provocati da soggetti — ristorator­i; parcheggia­tori, quanti depositano rifiuti, padroni di cani ecc. — che per normale costume violano le regole elementari della convivenza. Finalmente s’attivano financo alcune Municipali­tà. Come dire che all’inesistent­e «controllo istituzion­ale centralizz­ato» va sostituend­osi un frequente «controllo istituzion­ale decentrato» stimolato dal «controllo sociale». Non è molto, ma è qualcosa. La nostra «buona Pasqua» allora è un passaggio, rapido e concreto, dall’anarchia alla civiltà.

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