Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Che sia una Pasqua di vera rinascita
Sconvolgenti gli scontri tra alte Istituzioni: Governo e Magistratura; Parlamento e Governo; Stato e Regioni; Regioni e Comuni. Scontri dovuti anche all’incredibile mediocrità delle classi dirigenti politiche e amministrative nei gangli del Paese. Ma non serve deprimersi. Serve piuttosto conoscere i problemi. Soprattutto quelli a noi più vicini sui quali forse possiamo incidere almeno un po’.
L’Italia inoltre vede fosche nubi all’orizzonte perché c’è chi ne proclama il sovranismo e ne critica l’essenziale appartenenza all’Europa; mentre nel contempo vuole dividerla sganciando il Sud dal Nord. Eppure, si sa, dalla spaccatura del Paese deriva un danno all’intera Nazione, colpita dall’insano disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata, già approvato dal Senato e che il Ministro Calderoli si ostina a far approvare dalla Camera. Addirittura — ovviamente nell’interesse elettorale della sua LegaNord — prima delle elezioni europee di giugno. E il patriottismo della Presidente Meloni non è tale da bloccare quel disegno. Che aggrava i problemi irrisolti del Sud senza che il Nord se ne avvantaggi, anche perché ne condivide alcuni. Per esempio: il lavoro che cambia provocando disoccupazione; il lavoro precario e malpagato; il lavoro nero; gl’infortuni e i morti sul lavoro; l’aumento della povertà assoluta; la sanità malata; la carenza di servizi sociali; la dispersione scolastica (disastro meridionale); l’incombente criminalità organizzata e comune (persino minorile); lo scontro generazionale e di genere. E si potrebbe continuare ricordando l’insostenibilità finanziaria dello Stato sociale.
Certo il Sud ha maggiori problemi economico-finanziari. Per Napoli e la Campania ingigantiti pure dall’attuale scontro tra il Ministro Fitto e il Presidente De Luca. Il primo continua a bloccare ben sei miliardi del «Fondo sviluppo e coesione» destinato alla Campania. Per tutta risposta questa continua a protestare, ma inutilmente. Fitto e De Luca s’incolpano a vicenda, ma non si riesce a capire chi ha ragione. De Luca avrà pure modi bruschi, ma alla fine a farne le spese sono cittadini e Comuni campani. Col mancato finanziamento, tra l’altro, d’iniziative culturali che danno lavoro a migliaia di persone, specie giovani.
Infine uno sguardo su Napoli, il cerchio più piccolo (per noi più importante) del contesto. Qui il Comune fa i salti mortali per far quadrare i conti recuperando anche milioni di euro dall’evasione tributaria e promettendo migliori servizi comunali. Certo occorrerà tempo, sperando che i risultati non siano deludenti. Per ora i buoni propositi di Manfredi e Assessori si ritrovano in delibere di Giunta, talora in delibere del Consiglio comunale. Delibere importanti che però rimangono quasi sempre sulla carta per mancanza di controlli. Non c’è cosa peggiore che dettare regole sapendo che, senza controllarne l’immediata e concreta efficacia, sono destinate a restare lettera morta. Vigilanza costante e rigoroso controllo del territorio sono il problema più grave della città. Richiede un enorme investimento sull’intero corpo dei vigili urbani. Andrebbero assunti altri vigili, più addestrati e ben vestiti di quelli che raramente incontriamo.
Sul controllo però c’è un cambiamento. Il malcontento della cittadinanza provoca aggregazioni di cittadini che, tramite social o comitati, spesso denunciano abusivismi e scarso decoro provocati da soggetti — ristoratori; parcheggiatori, quanti depositano rifiuti, padroni di cani ecc. — che per normale costume violano le regole elementari della convivenza. Finalmente s’attivano financo alcune Municipalità. Come dire che all’inesistente «controllo istituzionale centralizzato» va sostituendosi un frequente «controllo istituzionale decentrato» stimolato dal «controllo sociale». Non è molto, ma è qualcosa. La nostra «buona Pasqua» allora è un passaggio, rapido e concreto, dall’anarchia alla civiltà.