Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Murrali, viaggio nei luoghi e nel mito di Yourcenar

- Di Vincenza Alfano

Sempre più il racconto di personaggi è un racconto di luoghi. Le biografie diventano romanzi e i romanzi spesso narrazione di viaggi. Non sfugge a questa tendenza Marguerite è stata qui (Neri Pozza), esordio nella narrativa di Eugenio Murrali, giornalist­a e saggista, che Aldo Cazzullo ha segnalato per il Premio Strega 2024.

Murrali ricostruis­ce la vita di Marguerite Yourcenar attraverso il racconto di una pluralità di voci e punti di vista che compongono un romanzo polifonico e corale. Suggestivo e commovente. Ci raccontano di lei, tra gli altri, la madre Fernande, il padre Michel Renè, le due balie, il carmelitan­o scalzo e il cocchiere, Andreas l’editore che non poteva amarla, Grace con cui ebbe la relazione più significat­iva della sua vita, Jerry l’ultimo amore.

Il viaggio di Murrali nei luoghi della scrittrice è il collante dell’originale intreccio in cui prevale la forma del monologo esaltata da una prosa lirica, preziosa ed equilibrat­a. Non può sfuggire il controllo completo e il perfetto dominio che Murrali ha dello stile, delle parole selezionat­e con rigore, delle metafore sempre originali. Da Bruxelles, luogo di nascita di Marguerite dalla sventurata Fernande destinata a morire di parto, alle Fiandre Francesi. A Parigi, in Grecia, in Italia, nel Maine, nel rifugio di Petit Plaisance, asilo degli ultimi anni di vita con l’amato Jerry.

La Campania è nodale nella scrittura della Yourcenar. Napoli con la sua storia antichissi­ma è, secondo lo scrittore, un luogo yourcenari­ano per eccellenza. A

Napoli, infatti, da una visita nel 1925, a Forte Sant’Elmo, nasce l’opera Anna soror. Durante il viaggio di sei mesi in Europa, la scrittrice approda a Capri con Grace e a quest’ultima Murrali affida la visione dell’isola «magnifica e ambita». «Porto con me l’impression­e profonda che mi ha fatto l’incontro degli elementi, il continuo confronto tra l’acqua e le rocce, il mistero dei faraglioni, le atmosfere di un tempo che precede di molto la comparsa dell’essere umano». «Nell’aprile 1938 - si legge ancora nel romanzo - Marguerite era tornata a Napoli, imbarcando­si sul Conte di Savoia, aveva raggiunto poi La Casarella a Capri, per scrivere Il colpo di grazia che pubblicher­à Gallimard, e mettere idealmente fine a quello sciupio di sé per l’uomo che non poteva amarla. Aveva continuato a lavorare a Sorrento, all’Hotel Tramontano, nella camera dove Ibsen aveva scritto Spettri per terminare il testo all’Hotel Syrene. Sono ancora di Grace le parole ricche di stupore di fronte al vulcano: «Da poco il Conte di Savoia ha preso il largo, io ho guardato il Vesuvio, che nasce dal mare, brullo e magnifico come un seno che si immerge nel cielo e si offre agli dèi».

Senza dubbio il romanzo di Murrali risuona di un affetto antico, che rende sacro l’incontro tra lo scrittore e il suo mito. Lungo la traiettori­a di questo funambolic­o viaggio c’è tutta l’umanità di Marguerite che nessuna biografia o saggio potrebbe così illuminare.

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Marguerite Yourcenar è protagonis­ta del romanzo di Murrali

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