Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il rettore Lorito: la Federico II resta attrattiva
«Il problema esiste, è avvertito negli ambienti accademici più piccoli. Poi per i servizi c’è l’Adisurc»
«Se un’università ha parametri buoni e un’ottima produttività scientifica riesce anche a compensare i gap». Ne è convinto il rettore della Federico II di Napoli, Matteo Lorito.
Rettore c’è il rischio che le università scompaiano entro 2041?
«Alla Federico II non vediamo una diminuzione di iscritti. Dunque, nonostante i problemi, siamo attrattivi. A livello meridionale il rischio esiste».
Si avverte il peso della fuga con oltre 30 mila studenti campani iscritti in atenei fuori regione?
«Sulle magistrali il saldo della Federico II è in attivo. È vero che i ragazzi si spostano, ma ce ne sono anche tanti che vengono a studiare in Campania. Non in tutti gli atenei purtroppo».
Perché?
«Se un’università ha parametri buoni e un posizionamento ottimo come produttività scientifica riesce anche a compensare i gap come nel caso della Federico II. E poi c’è una questione di dimensione, i grandi atenei sono quelli che soffrono meno».
Che peso avrà il calo demografico?
«Sarà un problema per tutti, anche per gli atenei più grandi e prestigiosi, ma ci adatteremo e a quel punto l’attrattività sarà fondamentale».
Come si fa ad essere attrattivi senza alloggi e mense per
studenti?
«Per i servizi di mense e alloggi c’è l’Adisurc, l’ente regionale per il diritto allo studio, e quindi sono questioni che non fanno capo alle università».
Perché in altre regioni i dati sono migliori?
«Vi sono modelli diversi, altrove non hanno un ente regionale per il diritto allo studio, tutto è in capo alle università. Ma l’Adisurc qui sta facendo un gran lavoro. Dovrebbe essere finalmente avviata la costruzione di nuovi posti letto. L’Adisurc ha 3 progetti su Napoli, e a breve saranno realizzate nuove ed essenziali case dello studente».
Ad oggi però queste man
canze influiscono negativamente?
«Sicuramente la carenza di alloggi crea problemi di attrattività per gli atenei campani».
Il suo è tra gli atenei con la più ampia percentuale di No Tax Area d’Italia, quanto pesa sul bilancio e sui servizi offerti?
«Su questo c’è bisogno di chiarezza. Non è che l’università funziona con le rette degli studenti, questo vale per le private».
"Di sicuro l’assenza di alloggi crea problemi di attrattività in Campania
Più studenti esonerati significa meno rette e meno fondi?
«È vero per le piccole e medie università, ma per le grandi, come la Federico, II è relativo. Da noi le tasse degli studenti coprono solo un quinto dei costi complessivi dell’ateneo e abbiamo la metà degli studenti in No Tax Area».
Come fate?
«La Federico II ha scelto di investire una parte delle risorse, anche del fondo di finanziamento ordinario, per sostenere la No Tax Area, ponendo un limite di Isee al di sotto del quale lo studente viene esonerato dal pagamento delle tasse molto più alto di quello minimo indicato dalla norma. Dunque abbiamo scelto di recuperare meno risorse dagli studenti perché crediamo che l’università debba essere più inclusiva».