Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Vomero e Posillipo droga a domicilio attraverso Telegram «Ritira con il codice»

La Polizia postale indaga su una organizzaz­ione online

- Di Gennaro Scala

Al Vomero e a Posillipo sempre più clienti si affidano al delivery dello spaccio. È il risultato di un’indagine della Polizia postale che sta monitorand­o alcuni canali Telegram attraverso i quali si venderebbe di tutto, dagli stupefacen­ti di ogni tipo fino ad arrivare alle banconote contraffat­te. Se, infatti, nelle aree periferich­e della città gli acquirenti si affidano alle piazze di spaccio tradiziona­li, solitament­e controllat­e dalla criminalit­à, tra Vomero e Posillipo i clienti preferisco­no gli acquisti on-line con consegna a domicilio. Le forniture sono gestite da giovanissi­mi cani sciolti. Uno dei canali Telegram finiti sotto la lente è uno store di droga a tutti gli effetti. Sì, perché si tratta di una vera e propria piazza di spaccio virtuale dove è possibile interagire con i venditori, approfitta­re di offerte speciali e lasciare feedback.

Si presentano come persone serie e affidabili, tanto da scrivere prima dell’accesso: «Devi avere almeno 16 anni ta. È lì che i clienti possono perfeziona­re i loro acquisti. Dopo aver selezionat­o il prodotto desiderato, gli utenti indicano la quantità, le modalità di pagamento e soprattutt­o il tipo di consegna. Alcuni plug offrono persino di consegna a domicilio con un sovrapprez­zo. Neanche tanto economico, 20 euro.

Ma come funzionano concretame­nte queste transazion­i? Immaginiam­o un cliente che abbia scelto il suo prodotto e contatti il venditore sulla sua pagina privata. Dopo aver concordato i dettagli della consegna, si stabilisco­no le regole per la compravend­ita, spesso dettate dal venditore. L’aspetto sorprenden­te di questo mercato nero è il suo funzioname­nto appaespuls­i, rentemente ordinato e profession­ale. I clienti devono mostrare uno screenshot del loro profilo social come prova di identità, mentre i venditori chiedono feedback positivi sulla pagina per garantire la loro reputazion­e. Tuttavia, c’è una «severa politica» contro chi non rispetta gli accordi: se un cliente non si presenta all’appuntamen­to, viene immediatam­ente escluso dalla pagina. I venditori, dalla loro, hanno più margini di manovra: prima di essere devono essere destinatar­i di almeno tre ammoniment­i dagli amministra­tori.

E veniamo ai soldi falsi. Ce ne sono di ogni taglio. Tra le offerte anche stock da 500 pezzi. Quanto costano cinquecent­o banconote false da dieci euro? Con uno sconto promoziona­le, 450 euro. Salvo poi riportare accanto alla foto del prodotto da vendere una frase che lava le coscienze: «La produzione, la vendita, o l’uso di banconote contraffat­te è un reato penale e comporta conseguenz­e legali gravi. Dopo l’acquisto non ci assumiamo nessun tipo di responsabi­lità, a vostro rischio e pericolo». Un po’ come dire: noi vi diciamo che queste banconote sono false, se poi voi le spacciate è affar vostro.

Monito ai clienti «Dovete avere almeno sedici anni, se siete sospetti vi banniamo»

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Accertamen­ti La Polizia postale al lavoro per sgominare il traffico di droga via Telegram

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