Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Confindustria, è il giorno di Orsini Jannotti Pecci gran tessitore per (ri)portare Napoli al centro del villaggio
Il rapporto recuperato e rilanciato con il nuovo leader e quello con D’Amato
La lettera di Garrone
«La scelta di anteporre il fine alla persona — ha scritto ieri Edoardo Garrone ai colleghi industriali annunciando il fine corsa per la leadership — mi impone di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli». Del resto, «per avere un’associazione forte, occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall’inizio».
Una nuova stagione
Messaggio chiaro, quello di mr Erg. Ma questa è ormai storia. Alle porte c’è una nuova stagione a viale dell’Astronomia. Con diverse sfumature figlie di posizionamenti e riposizionamenti classici di certe fasi. Fatto sta, però, che tra coloro che più hanno lavorato nel Mezzogiorno (e non solo) per consolidare quella che sembrava comunque — nelle ultime ore soprattutto — una vittoria (praticamente) certa, c’è il numero uno dell’Unione di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci. Telefonate, incontri, mediazioni, riunioni fiume: il classico ruolo da gran tessitore, dunque. Che, peraltro, al netto della storica amicizia e vicinanza con Antonio D’Amato — che resta un padre nobile dell’associazione — lo pone (forse) per la prima volta nella sua (pur) lunga militanza confindustriale in veste di vero e proprio frontman.
Ricucitura in corsa
Amico di vecchia data di Orsini, il cavaliere del lavoro che guida la struttura di Palazzo Partanna sin dai mesi scorsi aveva immaginato, dicendolo apertamente anche a tanti imprenditori, di voler appoggiare subito il candidato emiliano. Eppure, evidentemente causa equilibri interni, il primo ruolo di ricucitura Jannotti Pecci l’ha dovuto svolgere proprio con lo stesso futuro leader di Confindustria, allorché inizialmente Napoli si è schierata — con tanto di delibera — per Antonio Gozzi. Ma il rapporto tra l’ex numero uno di Federterme e Orsini era evidentemente forte e l’incomprensione è stata superata (dopo esser stata comunque analizzata in tutti i suoi perché). Tant’è che il leader dell’associazione partenopea si è messo all’opera di buzzo buono per mettere in cascina ulteriori consensi — pure meno scontati — in favore dell’ormai acclarato successore di Bonomi. Il quale, va ricordato, nelle prossime settimane dovrà presentare squadra e programma. Spazio per il Mezzogiorno ce ne sarà di certo, non può mancare. Resta da capire quale Sud sarà chiamato nel nuovo team di vertice.
Il fiuto dei «past»
L’elezione di Orsini, e questa è una curiosità che gira molto nei palazzi confindustriali, ha come comune denominatore un dato incontrovertibile: dal Settentrione al Meridione quasi tutti — ma c’è chi si spinge oltre — i past president della confederazione di viale dell’Astronomia non hanno puntato sul cavallo vincente. O almeno non lo hanno fatto quando i giochi erano ancora aperti.
I giovani del Sud
Rocco Salatto, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Puglia, è stato eletto alla guida del Comitato Interregionale dei Giovani Imprenditori del Mezzogiorno di Confindustria che raggruppa le rappresentanze dei Gruppi Giovani Imprenditori della Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.