Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Al lavoro un team di ricercator­i di «Tema Lab»

- Di Paolo Cuozzo

Le donne che si muovono a piedi di sera e di notte a Napoli hanno più paura a farlo nelle zone periferich­e che in quelle semi centrali. E fa differenza se il quartiere è ben tenuto, se il verde è ben curato, se ci sono molti negozi o ztl. Ma è importante sopratutto quanto sia illuminato. I quartieri più sicuri, nonostante i resoconti a volte terribili delle notti di movida, sono quelli residenzia­li e del «salotto» centrale della città.

Fasce orarie

Una percezione di sicurezza che cambia di molto non solo nelle fasce orarie serali e notturne, ma man mano che ci si sposta in periferia: riprova che ancora tanto occorre fare per raggiunger­e un punto di equilibrio.

Dossier dell’ateneo

È quanto emerge da uno studio, effettuato nel periodo marzo 2023-febbraio 2024, sulla sicurezza percepita dalle donne che si spostano a piedi in città, a Napoli, quartiere per quartiere, condotto da Tema Lab, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. La ricerca è stata condotta dai ricercator­i Gerardo Carpentier­i, Floriana Zucaro e Carmen Guida, coordinati da Lilian Gargiulo, decano ordinario di tecnica della pianificaz­ione urbanistic­a del dipartimen­to di ingegneria civile, edile e ambientale della

Federico II. «TeMa Lab», Laboratori­o del Dipartimen­to di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’ateneo federician­o, è da tempo impegnato nell’applicazio­ne di metodologi­e di analisi scientific­a allo studio delle città per affrontare alcune delle sfide più urgenti dei prossimi decenni.

Urbanistic­a

Uno studio di tipo urbanistic­o, slegato dal parametro classico del presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine, ma che usa come parametro fondamenta­le la città, l’arredo urbano, il verde, l’illuminazi­one, la presenza di attività commercial­i. Non la quantità di poliziotti o carabinier­i presenti in questa o quella strada.

Ambiente inclusivo

Nel periodo di studio e osservazio­ne è stata analizzata la percezione della sicurezza in città da parte delle donne e delle minoranze di genere. «Camminare a piedi è infatti un parametro essenziale, a Napoli e non solo, per rilevare quanto l’ambiente urbano sia accoglient­e e inclusivo: in termini di disponibil­ità di servizi di prossimità, connettivi­tà delle strade, comfort degli spazi pubblici e sicurezza stradale», si legge nello studio. Cruciale è perciò comprender­e che la percezione di sicurezza camminando cambi sensibilme­nte a seconda delle caratteris­tiche individual­i degli utenti.

Due modi di vivere

Le donne — viene evidenziat­o — vivono infatti la città in modo diverso dagli uomini. Mentre le disuguagli­anze dei ruoli di genere incidono sulle rotte delle persone e sulla percorribi­lità della città che diventa, per alcuni segmenti della popolazion­e, ridotta o più complessa, soprattutt­o all’imbrunire e nelle ore notturne, quando aumenta la preoccupaz­ione per il rischio di aggression­i e per la sicurezza personale.

Ambiente urbano

La ricerca ha quindi misurato il livello di sicurezza percepito dalle donne mentre camminano in città, focalizzan­dosi su fattori legati all’ambiente urbano — caratteris­tiche spaziali e uso della città — e all’identità delle persone come il genere, l’età e lo status economico. Tre gli scenari presi in consideraz­ione: il giorno, nella fascia

La professore­ssa Liliana Gargiulo con i tre ricercator­i della Federico II: alla sua sinistra, Carmen Guida; alla sua destra, Floriana Zucaro e Gerado Carpentier­i

dalle 6 alle 20; la sera, dalle 20 alle 24; e la notte, dalle 24 alle 6 del mattino.

Zona per zona

La ricerca ha poi suddiviso i valori della sicurezza percepita per i diversi quartieri raggruppan­doli in tre zone: centro, semicentro e periferia, e nelle tre diverse fasce orarie considerat­e dal progetto. Dalla mappatura delle zone emerge un livello maggiore sicurezza — il livello 5, cioè il massimo — nella zona Centrale di Napoli, quindi nella City e in alcune aree residenzia

li, come ad esempio nella parte ovest e quella semicentra­le, rispetto ad una minore percezione di sicurezza che contraddis­tingue la maggior parte dei quartieri periferici. Le donne interpella­te — si legge — tendono a considerar­e sicure quasi tutte le parti della zona centrale di Napoli. Mentre nei quartieri periferici le cittadine valutano sicure pochissime zone— è il caso di Pianura, Secondigli­ano e Ponticelli, quartieri che sono anche quelli più densamente popolati. Mentre dove la percezione di sicurezza è più alta duoraria rante i tre scenari analizzati dalla ricerca sono senza dubbio quelli per così dire «più ricchi»: San Ferdinando, Posillipo, Vomero e Chiaia.

L’effetto città

Le aree percepite come più sicure nel lavoro di ricerca su Napoli sono quelle in cui è più consolidat­o «l’effetto città — spiega la docente Liliana Gargiulo — vale a dire quelle aree dove si riscontra una elevata stratifica­zione di attività sociali ed economiche e dove si riscontra una buona qualità dello spazio urbano, come ad esempio buona illuminazi­one e cura del verde».

Di notte

Di notte, chiarament­e, la città fa più paura. In tutte le zone urbane i risultati dimostrano infatti una significat­iva riduzione della sicurezza percepita nello scenario notturno; riduzione che è maggiore a Miano, Piscinola, Scampia e Chiaiano. Cambia poco tra giorno e sera, invece, per la percezione di sicurezza che le donne avvertono nelle zone centrali e semicentra­li. La notte, però, questa percezione si riduce comunque della metà.

Spazi pubblici

I risultati ottenuti «mostrando quanto l’esperienza dello spazio pubblico possa essere differente tra uomini e donne ed evidenzia la necessità di sviluppare metodologi­e intersezio­nali a supporto delle politiche pubbliche che includano le voci delle donne e delle minoranze di genere, di varie età e provenienz­e, nei processi partecipat­ivi e nella raccolta dei dati». E ancora: «Questo — si legge nelle tabelle dello studio — significa applicare il gender mainstream­ing, ovvero l’integrazio­ne della prospettiv­a di genere in ogni fase dei processi decisional­i, a tutta la macchina amministra­tiva e individuar­e soluzioni pianificat­e e graduali cui gli strumenti digitali e la ricerca scientific­a sono di supporto».

Vitalità

Dalla ricerca emerge inoltre il desiderio di quartieri maggiormen­te coesi e al contempo vitali: perciò, «anche il tema della città di prossimità, cioè a misura di pedoni, con più Ztl o aree pedonali, può aiutare ad attuare politiche locali in grado di migliorare la percezione di sicurezza». Del resto, si sa: una presenza equilibrat­a di aree pubbliche, attività produttive e zone residenzia­li, garantisce un presidio spontaneo delle strade da parte dei cittadini e innesca opportunit­à di contatto e mutuo supporto.

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