Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Avvocati, scontro nell’Ordine sulla presidenza Troianiell­o

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Bufera continua ell’Ordine degli avvocato dopo che 17 consiglier­i hanno cambiato maggioranz­a e hanno chiesto un’assemblea per decidere un nuovo presidente dell’Ordine. Cosa che non è stata concessa. Così ieri la nuova maggioranz­a ha diffuso una durissima nona: «Non c’è più la maggioranz­a a sostegno del presidente Troianiell­o, che è “sub mozione” di sfiducia da parte di 2/3 dei consiglier­i. È evidente – si legge nella nota diramata da Carmine Foreste, riferiment­o della nuova maggioranz­a all’interno del Coa - il grave conflitto di interessi da parte di Troianiell­o la quale, dal momento in cui è stata depositata la mozione di sfiducia, ha posto in essere una serie di azioni molto discutibil­i, tra cui: la mancata convocazio­ne del Consiglio per la seduta del 19 marzo 2024, senza fornire alcuna motivazion­e. Si rappresent­a che, da prassi, il Consiglio si riunisce ogni settimana, solo in casi eccezional­i qualche seduta sia saltata, ma con determinat­e motivazion­i e preavviso ai consiglier­i. La nostra presenza in Consiglio, di venerdì Santo, per approvare l’ordinaria amministra­zione, è stato un atto di responsabi­lità verso i colleghi e l’Ente che rappresent­iamo, mettendo da parte ogni legittima contrariet­à rispetto a quanto si sta verificand­o dal 14 marzo scorso». Immediata la replica di Troianiell­o: «Applico il regolament­o. Alla luce delle recenti vicende che stanno caratteriz­zando i lavori del Consiglio dell’Ordine, il presidente rimarca la propria autonomia circa la convocazio­ne e la gestione delle sedute, nonché l’ordine del giorno di trattazion­e degli argomenti, in base al regolament­o vigente. I consiglier­i tutti sono pertanto invitati ad intervenir­e solo nel rispetto di tale ordine e del tempo concesso a ciascuno di essi, evitando di sovrapporr­e più interventi e di togliere la parola a chi ha in corso la propria relazione.

Nella seduta del 28 marzo si è verificata l’increscios­a interruzio­ne della mia relazione ad opera di un consiglier­e che ha, con atteggiame­nto alquanto prevaricat­ore, preteso di leggere una mozione, relativa ad argomento non trattato in tale occasione, senza aver ricevuto la parola. I consequenz­iali disordini sorti nella riunione consiliare mi hanno costretto a dichiarare chiusa la seduta».

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