Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le linee anonime dei trasporti
I benefici? Secondo Transport for London (TfL), l’agenzia che governa la mobilità nella capitale inglese, semplificare l’orientamento dei passeggeri e aumentarne la fiducia, con informazioni più chiare in caso di disservizi – tema alquanto frequente a Napoli.
Difatti, la poca chiarezza comunicativa nasconde spesso una confusione decisionale: le linee partenopee hanno gestori diversi che rispondono ad altrettante istituzioni. Manca un centro unico di coordinamento sul modello di TfL, e ciò lo si nota anche nelle livree dei mezzi. L’ultimo arrivato, il nuovo treno della metropolitana Eav PiscinolaAversa,
è nero con bande gialle e arancioni. Peccato che i suoi predecessori fossero bianchi con bande azzurre. Oppure, i recenti treni in grigio della Linea 1, così diverso dal giallo dei vecchi. Conti alla mano fra bus, metrò, filobus e tram, a Napoli e provincia vi sono circa 25 livree diverse per fare gli stessi servizi. Un profluvio di mezzi senza una chiara identità, che confondono la cittadinanza: treni anonimi che paradossalmente sostano in stazione d’arte (copyright di Aldo Capasso, storico architetto partenopeo).
Con la crescente presenza turistica, serve rendere immediatamente comprensibile un sistema della mobilità ormai utilizzato anche da tanti forestieri attraverso una comunicazione coordinata sia fisica (nelle stazioni e nelle livree) che online, con un unico sito/app che sostituisca i numerosi attualmente presenti. Aiuterebbe poi chiamare le cose con il loro nome, identificando le metropolitane realmente tali con una progressione numerica: l’attuale Linea 1, assegnare magari il n. 2 al metrò Eav (che condivide parte dei binari della n. 1), e mutare la futura Linea 6 nella n. 3. L’occasione può venire dagli imminenti lavori di riqualificazione dell’odierna Linea 2: si ripenseranno tante stazioni, perché non associarvi una nuova visione che classifichi tutte le ferrovie suburbane di Fs e Eav seguendo gli esempi di Torino e Milano, che a loro volta si ispirano alle tedesche SBahn? Oppure rivoluzionare tutto, con un nome per ogni infrastruttura sul modello londinese: del resto, Cumana, Circum e altri sono termini storici nella città per antonomasia dei mille culure. Dove serve però ripensare il linguaggio dei trasporti, per renderli più vicini e accessibili ai cittadini.