Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Sul palco porto una Barbie chantant Ma dietro le quinte sono la manager che ha salvato il teatro di nonna Luisa»
L’attrice è l’anima del Sannazaro: ho sposato il mio fidanzato di scena
«Quello no, ma con Sasà ci siamo conosciuti sul palcoscenico. Interpretavamo due fidanzati e ci siamo innamorati».
A chi deve dire grazie?
«Innanzitutto alla mia famiglia. E grazie a mio marito, che è allegro e solare e un po’ complementare a me, che sono ancora molto timida. Con lui condivido una grandissima fatica, oltre che l’impegno di genitori (di Gabriel, Christopher e della sorella maggiore Greta, avuta dal primo marito, Gianfranco Gallo, ndr). Ho sempre voluto una famiglia numerosa».
Quando non è al Sannazaro a cosa si dedica?
«Mi piace molto “ricevere” come a mia nonna e cucinare. Uso il ricettario ereditato da lei e mamma e scritto a mano, con tutti i piatti napoletani, dal ragù alla genovese, come li faceva lei».
Chi sono stati i suoi maestri, oltre a Luisa Conte?
«Se conosco tutte le canzoni napoletane a memoria lo devo a Sergio Bruni. E poi ricordo con grande affetto Mario Merola, con cui sono stata in tour per l’Italia: era un gran signore, e se a Napoli era famoso, fuori dalla città lo idolatravano. Era uno chansonnier, come Charles Aznavour. Ma un grande maestro per me è stato Leopoldo Mastelloni».
Cosa le ha insegnato?
«Ha sempre avuto uno sguardo molto moderno verso il teatro e mi ha aiutata nel mio percorso di regia. Super pignolo e maniacale per ogni dettaglio, dalle luci alla messinscena, mi ha guidata con attenzione e rispetto fino a quando non mi ha lasciata da sola. E se gli dicevo che in un ruolo non mi sentivo me stessa, mi rispondeva: non devi essere tu, stai recitando».
Il momento più difficile?
«Dopo la morte di nonna nel ‘94 con mia madre eravamo alla ricerca disperata di qualcosa che riuscisse a ridare vita al teatro. Una sera ci affacciammo dai palchetti e dissi: mamma perché non togliamo le poltrone e mettiamo i tavolini come nel café chantant? Partimmo con una settimana e arrivammo a tre quattro mesi di repliche. C’era Gennaro Cannavacciuolo (l’attore scomparso nel 2022): era un grande artista e un amico caro, avevamo il sogno di riproporlo insieme».
Quel café chantant che oggi la perseguita. È vero che sarà Barbie?
«Sì perché è un divertissement e deve essere attuale».
E Bice di Un posto al sole?
«È molto diversa da me, impicciona al limite della follia. Però è diventata un mio alter ego e mi diverte che ci sia questa parte di me in un armadio in Rai dove Bice ha tutto, dai vestiti alle scarpe».