Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Non ci salverà la bellezza ma una violenza giusta»

Il più feroce essere apparso sulla Terra è l’uomo e la sua prima attività è stata uccidere Una natura ignobile, tranne eccezioni

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lavoro illustrato per i più piccoli (Rizzoli, 2022). Come si può sopportare l’odierna tragedia di innumerevo­li bambini morti in guerra?

«Questo è il nostro destino. Il più feroce essere apparso sulla Terra è l’uomo e la sua prima attività è stata uccidere. Questa natura ignobile e infame, tranne poche eccezioni, è diffusissi­ma, e non solo dove c’è la guerra, ma accanto a noi, nelle nostre famiglie».

Ritiene che oggi ci sia un eccesso di buonismo, come se la cattiveria non facesse più parte di noi?

«Sì, ed è gravissimo negare la natura nera dell’uomo, dà adito a equivoci inauditi, come la frase di Dostoevski­j. Ma cosa può mai fare la bellezza? Dopo pochi minuti viene assassinat­a! Soltanto una violenza giusta, la violenza di chi difende i deboli, può migliorare il mondo e questo può esistere solo sotto il dominio della paura. L’uomo deve avere paura, altrimenti diventerà l’animale da preda che è».

Qual è il Suo rapporto con Napoli, città tanto creativa quanto feroce?

«Non esagero se dico che la conosco molto bene, è una delle capitali più belle d’Europa. Le sue caratteris­tiche più negative hanno radici storiche, sono frutto delle invasioni, della distruzion­e a cui è andata incontro la ragione, si pensi ai martiri del 1799. Napoli è tante cose insieme ed è molto simile a Roma, sono città dove è vissuta per secoli una plebe abbandonat­a a sé stessa, con forme di violentiss­ima separazion­e sociale. Bisogna solo lavorare sul senso civico: punire ed educare, è l’unico modo».

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Napoli è una delle capitali più belle d’Europa Ma le sue caratteris­tiche più negative hanno antiche radici storiche

A cosa sta lavorando in questo periodo?

«Mi diverte scrivere poesie quotidiane che toccano argomenti cruciali. Ho scritto una poesia che inizia così: “Domani andrò a fare il testamento biologico”. Ma rifletto sul fatto che lo farò prendendo un autobus e che al notaio dichiarerò che voglio morire. Ecco, mi interessa ragionare su problemi di portata cosmologic­a inseriti nella vita di tutti i giorni, giocare tra il quotidiano e il metafisico».

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