Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La politica non si serva dei musei
Il punto non è l’esistenza ma l’attività delle Istituzioni culturali. Nessuna naviga nell’oro e, con poche eccezioni, tutte dipendono dai soldi pubblici. Cioè dalla politica. Perciò Napoli, l’antica capitale europea, non riesce a perpetuare il racconto della sua storia. Ora la fama sta nel folclore (pizza; canzoni) anziché nell’eccellenza scientifica dei vari settori: umanistici e tecnologici.
La dipendenza economico-finanziaria della cultura dai finanziatori pubblici d’estrazione politica – Ministero, Regione, Comune – è nefasta e ostacola le reali potenzialità dei nostri territori. Non ripetiamo la bizzarria spesso denunciata: Regione e Comune non hanno l’assessore alla Cultura per gestire e coordinare, con responsabile competenza, programmi culturali. D’altronde quasi nulla può fare il Comune di Napoli. Con problemi finanziari e forte indebitamento, a malapena (non sempre) può allestire l’indispensabile alla convivenza civile.
Restano Governo e Regione. Il presidente De Luca ha stretto i cordoni della borsa. Sostiene che il ministro Fitto tiene bloccati sei miliardi del «Fondo Sviluppo e Coesione» (Fsc) spettanti alla Campania. Vicenda patetica con effetti devastanti sulle istituzioni culturali campane (tra cui: Teatro San Carlo; Teatro Mercadante, stabile nazionale; Teatro Verdi a Salerno) e mette a rischio qualche migliaio di posti di lavoro. Come detto più volte, la vicenda irrita perché rimane oscura. Poteva chiarirsi venerdì scorso a Napoli all’incontro (con stretta di mano) tra Fitto e De Luca. Invece nessun chiarimento.
Aumenta allora la responsabilità del ministro Sangiuliano. Non perché napoletano, ma perché – sapendo che dal Fsc dipendono posti di lavoro legati a vari progetti, non solo culturali – convinca il collega Fitto a versare i soldi alla Campania superando ostacoli burocratici. Certo Sangiuliano e De Luca mal si sopportano, ma è tempo di far prevalere la collaborazione istituzionale sulle antipatie personali, specie se soldi pubblici s’investono in attività che garantiscono l’occupazione.
Il ministro Sangiuliano è uomo attivo ma pure contraddittorio. Mentre valorizza l’incomparabile patrimonio storico-artistico partenopeo (tutelato dall’Unesco), tarda invece a nominare i capi delle maggiori Istituzioni culturali napoletane. È scoperta la Sovrintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio: risulta esserne direttore generale «avocante» Luigi La Rocca, ex-Sovrintendente napoletano, ora direttore generale del Ministero. Inoltre, solo dopo ripetute pressioni (soprattutto del nostro giornale), pare stia per essere pubblicato il bando per la Direzione del Mann, a sette mesi dall’uscita di Paolo Giulierini e chissà quanto ancora ci vorrà per la nomina. Dalla scadenza di Giulierini lo dirige «per delega» Massimo Osanna, direttore generale del Ministero e direttore «ad interim» dei Musei campani. Difficile capire come possa Osanna ricoprire con professionalità ruoli centrali e dirigere il Mann, uno dei musei più importanti del mondo.
Intollerabile infine quanto accade a Capodimonte. Pensionato Sylvain Bellenger, il nuovo direttore Eike Schmidt – ex direttore degli Uffizi e prestigioso curriculum – dopo vari rumors, ieri è stato ufficialmente candidato dal centro-destra a sindaco di Firenze. Intervistato, ha detto che per la campagna elettorale avrà l’aspettativa (come qualsiasi burocrate) ma il museo non ne soffrirà grazie agli ottimi funzionari. Poi, se eletto, lascerà Capodimonte. Se non eletto, si vedrà. Giustamente il sindaco di Napoli Manfredi ritiene che la sola candidatura fiorentina di Schmidt basta a chiederne le dimissioni.
È comunque inconcepibile che Istituzioni dall’eccezionale valore storico e artisticoculturale vengano trattate da pubbliche amministrazioni al servizio della politica, senza esserlo, e rimangano a lungo acefale. Come fa Sangiuliano a ignorare che funzionari-sostituti dei direttori, quand’anche competenti e diligenti, non possono decidere e fare programmi d’alto livello e a lungo termine? I grandi musei esigono grande competenza ed esclusiva dedizione.