Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il Ventennio di Emiliano
Il sistema più ramificato e organizzato di compravendita di consenso che sia mai stato scoperchiato al Sud. Che peraltro, a giudicare da certi exploit improvvisi di preferenze, non doveva essere così difficile da individuare per tempo, soprattutto per il fiuto investigativo di uno con la storia di Emiliano.
Poi c’è il paradosso politico. Proprio a causa di Michele Emiliano, il più grande sostenitore dell’intesa tra Pd e Cinquestelle (dopo Goffredo Bettini), l’uomo che telefonava a tutti alla vigilia delle elezioni politiche per spingere Letta e Conte a fare la pace e a rimettersi insieme, e che per convincerli esibiva i successi del «modello Puglia», si è rotta forse per sempre la speranza del «campo largo», e Conte e Schlein ora si prendono a pesci in faccia.
Era prevedibile questo immane disastro politico? Sì, era prevedibile; ed era stato anche previsto. Ogni volta che qualcuno - quorum ego - su questo giornale si permetteva di segnalare che in Puglia non era più politica, ma trasformismo, bulimia di potere, presunzione di inglobare la società civile nella società politica, strozzando così le fonti stesse del pluralismo, disponibilità machiavellica a qualsiasi operazione pur di vincere, c’era chi a sinistra rispondeva: sì, va bene, ma Emiliano ha il consenso, alle elezioni vince sempre (quest’anno ricorre l’anniversario del Ventennio); dunque bando a queste sottigliezze da intellettualini, la politica è sangue e merda, e lui sa usare entrambi…
E invece no. Dice la proverbiale legge di Murphy: se una cosa può andar male, prima o poi andrà male. E il modello Emiliano non poteva che andar male. Quando autorevoli esponenti del centrodestra, non seconde file ma titolari di consistenti pacchetti di voti, passavano armi e bagagli con l’ex pm pur di essere ammessi al banchetto del potere; quando signore e signori delle preferenze si scoprivano all’improvviso una vocazione per il centrosinistra e una passione per il Pd; quando si esibiva il paternalismo di chi riabilita anche il malvivente purché gli faccia atto di genuflessione, le cose devono per forza andar male.
In queste storie pugliesi, infatti, più del reato (che tra l’altro non è ancora provato, e gli imputati restano innocenti finché non lo sarà) è interessante il contesto che fa da sfondo all’inchiesta penale. C’è innanzitutto il fenomeno delle innumerevoli liste che si ostinano a chiamare «civiche», in omaggio al feticcio di una «società civile» che si rivela spesso più incivile di quella politica: un bazar dove si poteva trovare di tutto e tutto era ammesso, purché portasse voti alla causa. E c’è il fenomeno della politica che dà da vivere, quasi un surrogato del reddito di cittadinanza, secondo un’antica e triste tradizione meridionale. E non mi riferisco al povero cristo che accettava cinquanta euro o la bombola di gas gratuita per scrivere sulla scheda «Anita Maurodinoia» o «Maurodinoia Anita», a seconda del codice di riconoscimento del voto che gli imponeva il corruttore. Mi riferisco a chi pagava, e arruolava guarda caso le sue truppe in quel sistema della formazione professionale che è in mano alle Regioni ma che, chissà perché, al Sud invece di produrre forza lavoro qualificata e occupabile produce clientele e spreco di denaro pubblico.
Ora Elly Schlein si è offesa con Conte, il quale ha dichiarato che non vuole avere niente più a che fare con il Pd barese. Ma, di grazia, che altro avrebbe dovuto fare il leader del partito giustizialista per eccellenza? Partecipare forse a primarie in cui erano già attivi da mesi l’arrestato Sandrino Cataldo e la moglie consigliera regionale in sostegno di Vito Leccese, capo di gabinetto di Decaro sostenuto da lui, da Emiliano e da tutto il Pd? La segretaria Schlein vorrebbe guidare una specie di partito radicale di massa, e invece è (spesso solo formalmente) a capo di una federazione di cacicchi e potentati locali, che tra l’altro al Sud vincono solo se si chiamano per l’appunto Emiliano o De Luca. Lei crede di prendere il voto di opinione se diventa pacifista a spese dell’Ucraina, ma il voto d’opinione al Nord fuggirà alla vista delle sconcezze pugliesi. Magari in Puglia vincerà ancora Emiliano: non è impossibile, vista la persistente inesistenza di un’alternativa credibile del centrodestra a Bari. Ma quel che è certo è che Schlein ha già perso: iniziò la sua scalata con il movimento «Occupy Pd »,eilPdha già occupato lei.