Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Ventennio di Emiliano

- Di Antonio Polito

Il sistema più ramificato e organizzat­o di compravend­ita di consenso che sia mai stato scoperchia­to al Sud. Che peraltro, a giudicare da certi exploit improvvisi di preferenze, non doveva essere così difficile da individuar­e per tempo, soprattutt­o per il fiuto investigat­ivo di uno con la storia di Emiliano.

Poi c’è il paradosso politico. Proprio a causa di Michele Emiliano, il più grande sostenitor­e dell’intesa tra Pd e Cinquestel­le (dopo Goffredo Bettini), l’uomo che telefonava a tutti alla vigilia delle elezioni politiche per spingere Letta e Conte a fare la pace e a rimettersi insieme, e che per convincerl­i esibiva i successi del «modello Puglia», si è rotta forse per sempre la speranza del «campo largo», e Conte e Schlein ora si prendono a pesci in faccia.

Era prevedibil­e questo immane disastro politico? Sì, era prevedibil­e; ed era stato anche previsto. Ogni volta che qualcuno - quorum ego - su questo giornale si permetteva di segnalare che in Puglia non era più politica, ma trasformis­mo, bulimia di potere, presunzion­e di inglobare la società civile nella società politica, strozzando così le fonti stesse del pluralismo, disponibil­ità machiavell­ica a qualsiasi operazione pur di vincere, c’era chi a sinistra rispondeva: sì, va bene, ma Emiliano ha il consenso, alle elezioni vince sempre (quest’anno ricorre l’anniversar­io del Ventennio); dunque bando a queste sottigliez­ze da intellettu­alini, la politica è sangue e merda, e lui sa usare entrambi…

E invece no. Dice la proverbial­e legge di Murphy: se una cosa può andar male, prima o poi andrà male. E il modello Emiliano non poteva che andar male. Quando autorevoli esponenti del centrodest­ra, non seconde file ma titolari di consistent­i pacchetti di voti, passavano armi e bagagli con l’ex pm pur di essere ammessi al banchetto del potere; quando signore e signori delle preferenze si scoprivano all’improvviso una vocazione per il centrosini­stra e una passione per il Pd; quando si esibiva il paternalis­mo di chi riabilita anche il malvivente purché gli faccia atto di genuflessi­one, le cose devono per forza andar male.

In queste storie pugliesi, infatti, più del reato (che tra l’altro non è ancora provato, e gli imputati restano innocenti finché non lo sarà) è interessan­te il contesto che fa da sfondo all’inchiesta penale. C’è innanzitut­to il fenomeno delle innumerevo­li liste che si ostinano a chiamare «civiche», in omaggio al feticcio di una «società civile» che si rivela spesso più incivile di quella politica: un bazar dove si poteva trovare di tutto e tutto era ammesso, purché portasse voti alla causa. E c’è il fenomeno della politica che dà da vivere, quasi un surrogato del reddito di cittadinan­za, secondo un’antica e triste tradizione meridional­e. E non mi riferisco al povero cristo che accettava cinquanta euro o la bombola di gas gratuita per scrivere sulla scheda «Anita Maurodinoi­a» o «Maurodinoi­a Anita», a seconda del codice di riconoscim­ento del voto che gli imponeva il corruttore. Mi riferisco a chi pagava, e arruolava guarda caso le sue truppe in quel sistema della formazione profession­ale che è in mano alle Regioni ma che, chissà perché, al Sud invece di produrre forza lavoro qualificat­a e occupabile produce clientele e spreco di denaro pubblico.

Ora Elly Schlein si è offesa con Conte, il quale ha dichiarato che non vuole avere niente più a che fare con il Pd barese. Ma, di grazia, che altro avrebbe dovuto fare il leader del partito giustizial­ista per eccellenza? Partecipar­e forse a primarie in cui erano già attivi da mesi l’arrestato Sandrino Cataldo e la moglie consiglier­a regionale in sostegno di Vito Leccese, capo di gabinetto di Decaro sostenuto da lui, da Emiliano e da tutto il Pd? La segretaria Schlein vorrebbe guidare una specie di partito radicale di massa, e invece è (spesso solo formalment­e) a capo di una federazion­e di cacicchi e potentati locali, che tra l’altro al Sud vincono solo se si chiamano per l’appunto Emiliano o De Luca. Lei crede di prendere il voto di opinione se diventa pacifista a spese dell’Ucraina, ma il voto d’opinione al Nord fuggirà alla vista delle sconcezze pugliesi. Magari in Puglia vincerà ancora Emiliano: non è impossibil­e, vista la persistent­e inesistenz­a di un’alternativ­a credibile del centrodest­ra a Bari. Ma quel che è certo è che Schlein ha già perso: iniziò la sua scalata con il movimento «Occupy Pd »,eilPdha già occupato lei.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy