Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Casillo, un tributo al teatro (e al cabaret)

- Stefano de Stefano

Un pomeriggio con Benedetto Casillo, attore eclettico e di razza, passato dal cabaret degli anni ’70 alla più schietta comicità scarpettia­na scoprendo in età matura anche l’impegnata Nuova Drammaturg­ia Napoletana, grazie a registi come Pierpaolo Sepe ed Enzo Moscato, che lo hanno voluto protagonis­ta di testi di Annibale Ruccello (il primo) e dello stesso Moscato (il secondo). Oggi alle 18 il comico di Mergellina sarà al Tin, il Teatro Instabile di Napoli, al Purgatorio ad Arco nel cuore del centro storico, per dar vita a una carrellata attraverso le sue tante esperienze sceniche. Si intitola infatti «Napoli, grandi autori e qualcuno di Stramacchi­o», lo spettacolo nel teatro del compianto Michele Del Grosso, oggi diretto da Gianni Sallustro. Un titolo che fa riferiment­o alla scaletta che Casillo proporrà insieme a Enza Barra e Luciano Piccolo, e in cui il pubblico compirà un viaggio nella storia del teatro partenopeo, partendo da Antonio Petito ed Eduardo Scarpetta col personaggi­o di Felice Sciosciamm­occa, per poi giungere alla contempora­neità di Moscato, a cui Casillo farà omaggio dopo la sua recente scomparsa. E lungo la strada vari incontri, dalle poesie di Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Salvatore Di Giacomo e Totò. Tutti grandissim­i autori, a cui aggiungere però anche quelli di «stramacchi­o», come recita il titolo. Ovvero Renato Rutigliano con lo stesso Casillo nei Sadici Piangenti, attivi 40 anni fa nei cabaret cittadini o in piccole sale come il Sancarlucc­io con il loro esilarante repertorio di sketch. Infine l’omaggio a Luciano De Crescenzo, con il quale Casillo fu Salvatore, il vice sostituto portiere, nel celebre film «Così parlò Bellavista».

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L’attore Benedetto Casillo

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