Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Casillo, un tributo al teatro (e al cabaret)
Un pomeriggio con Benedetto Casillo, attore eclettico e di razza, passato dal cabaret degli anni ’70 alla più schietta comicità scarpettiana scoprendo in età matura anche l’impegnata Nuova Drammaturgia Napoletana, grazie a registi come Pierpaolo Sepe ed Enzo Moscato, che lo hanno voluto protagonista di testi di Annibale Ruccello (il primo) e dello stesso Moscato (il secondo). Oggi alle 18 il comico di Mergellina sarà al Tin, il Teatro Instabile di Napoli, al Purgatorio ad Arco nel cuore del centro storico, per dar vita a una carrellata attraverso le sue tante esperienze sceniche. Si intitola infatti «Napoli, grandi autori e qualcuno di Stramacchio», lo spettacolo nel teatro del compianto Michele Del Grosso, oggi diretto da Gianni Sallustro. Un titolo che fa riferimento alla scaletta che Casillo proporrà insieme a Enza Barra e Luciano Piccolo, e in cui il pubblico compirà un viaggio nella storia del teatro partenopeo, partendo da Antonio Petito ed Eduardo Scarpetta col personaggio di Felice Sciosciammocca, per poi giungere alla contemporaneità di Moscato, a cui Casillo farà omaggio dopo la sua recente scomparsa. E lungo la strada vari incontri, dalle poesie di Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Salvatore Di Giacomo e Totò. Tutti grandissimi autori, a cui aggiungere però anche quelli di «stramacchio», come recita il titolo. Ovvero Renato Rutigliano con lo stesso Casillo nei Sadici Piangenti, attivi 40 anni fa nei cabaret cittadini o in piccole sale come il Sancarluccio con il loro esilarante repertorio di sketch. Infine l’omaggio a Luciano De Crescenzo, con il quale Casillo fu Salvatore, il vice sostituto portiere, nel celebre film «Così parlò Bellavista».