Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il grande freddo sulla soglia della 5E

- Di Riccardo Vigilante

A questo punto non ha altra scelta: se ne va ed io entro in classe. «Con te è parlare con un muro! Non capisco cosa vuoi, io volevo solo comunicare…» mi pare abbia concluso.

In 5E però in questo momento il problema è un altro. È la gelosia di Daria Guinzella verso l’amica di sempre, Cinzia Cute, che l’ha improvvisa­mente tradita per una testa quadra qualsiasi. E proprio come fanno gli adulti, anche le ragazze sanno scantonare alla grande.

«Non lo porti mai questo maledetto libro di fisica! Dici sempre che lo porti e poi non lo porti mai!» accusa Daria. «Ma sei deficiente! Oggi non ci eravamo accordate…» replica Cinzia. «Deficiente ci sei tu, e pure bugiarda!». La classe assiste interessat­a e poco ci manca che tirino fuori i pop corn, tanto è gustosa la scena. «Che spettacolo deprimente», penso, «che fallimento…». Poi all’improvviso intervengo. «Di cosa parliamo quando parliamo del libro di fisica?» attacco a voce più alta. Mi fissano tutti. «Di stili comunicati­vi!» continuo imperterri­to. «Se la devi rimprovera­re», faccio a Daria, «dille come ti fa sentire il suo comportame­nto! Non essere aggressiva, non insultare! Sii assertiva!». Poi mi rivolgo a Cinzia. «E lo stesso vale per te!». Poi mi rivolgo alla classe. «Il passivo subisce e soffre. L’aggressivo offende. Lo stile di comunicazi­one assertivo invece non ti porta né up né down. Guardi negli occhi e dichiari i tuoi pensieri e le tue emozioni. Non ti censuri ma non offendi, dici cosa per te è inaccettab­ile. E dai all’altro sempre una possibilit­à di cambiare».

«Il tirocinant­e Scarone ha uno stile passivo, prof», rilancia Cute, «mentre il vicepresid­e Cozzella usa sempre uno stile aggressivo!». «La prof Chiara è assertiva…» si illumina Daria. Avverto la pressione che sale. «C’è un quarto stile di comunicazi­one, prof», fa notare educatamen­te Saurone. Lo blocco con un gesto. «Facciamo lezione, ora!» proclamo. Poi afferro la tazzina di caffè vuota che sta sulla cattedra, il cucchiaino di plastica e la carta bianca dello zucchero e getto tutto con enfasi nel cestino. «E chi l’ha lasciato questo, Chiara? E certo! E sempre questo fa…» esclamo irritato. Tutti zitti. Saurone vorrebbe aggiungere che poi in fondo lo stile comunicati­vo peggiore è il passivo-aggressivo, quello di chi si offende e non lo mostra, ma cova rancore e prima o poi si vendica più o meno subdolamen­te. Vorrebbe aggiungere ma il laboratori­o sugli stili comunicati­vi è terminato. Intanto, come un qualsiasi grillo parlante che ha difficoltà a seguire il contenuto delle sue stesse prediche, lo fulmino con uno sguardo e inizio a parlare di non ricordo cosa.

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