Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il grande freddo sulla soglia della 5E
A questo punto non ha altra scelta: se ne va ed io entro in classe. «Con te è parlare con un muro! Non capisco cosa vuoi, io volevo solo comunicare…» mi pare abbia concluso.
In 5E però in questo momento il problema è un altro. È la gelosia di Daria Guinzella verso l’amica di sempre, Cinzia Cute, che l’ha improvvisamente tradita per una testa quadra qualsiasi. E proprio come fanno gli adulti, anche le ragazze sanno scantonare alla grande.
«Non lo porti mai questo maledetto libro di fisica! Dici sempre che lo porti e poi non lo porti mai!» accusa Daria. «Ma sei deficiente! Oggi non ci eravamo accordate…» replica Cinzia. «Deficiente ci sei tu, e pure bugiarda!». La classe assiste interessata e poco ci manca che tirino fuori i pop corn, tanto è gustosa la scena. «Che spettacolo deprimente», penso, «che fallimento…». Poi all’improvviso intervengo. «Di cosa parliamo quando parliamo del libro di fisica?» attacco a voce più alta. Mi fissano tutti. «Di stili comunicativi!» continuo imperterrito. «Se la devi rimproverare», faccio a Daria, «dille come ti fa sentire il suo comportamento! Non essere aggressiva, non insultare! Sii assertiva!». Poi mi rivolgo a Cinzia. «E lo stesso vale per te!». Poi mi rivolgo alla classe. «Il passivo subisce e soffre. L’aggressivo offende. Lo stile di comunicazione assertivo invece non ti porta né up né down. Guardi negli occhi e dichiari i tuoi pensieri e le tue emozioni. Non ti censuri ma non offendi, dici cosa per te è inaccettabile. E dai all’altro sempre una possibilità di cambiare».
«Il tirocinante Scarone ha uno stile passivo, prof», rilancia Cute, «mentre il vicepreside Cozzella usa sempre uno stile aggressivo!». «La prof Chiara è assertiva…» si illumina Daria. Avverto la pressione che sale. «C’è un quarto stile di comunicazione, prof», fa notare educatamente Saurone. Lo blocco con un gesto. «Facciamo lezione, ora!» proclamo. Poi afferro la tazzina di caffè vuota che sta sulla cattedra, il cucchiaino di plastica e la carta bianca dello zucchero e getto tutto con enfasi nel cestino. «E chi l’ha lasciato questo, Chiara? E certo! E sempre questo fa…» esclamo irritato. Tutti zitti. Saurone vorrebbe aggiungere che poi in fondo lo stile comunicativo peggiore è il passivo-aggressivo, quello di chi si offende e non lo mostra, ma cova rancore e prima o poi si vendica più o meno subdolamente. Vorrebbe aggiungere ma il laboratorio sugli stili comunicativi è terminato. Intanto, come un qualsiasi grillo parlante che ha difficoltà a seguire il contenuto delle sue stesse prediche, lo fulmino con uno sguardo e inizio a parlare di non ricordo cosa.