Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Simone lavorerà nel laboratori­o di bigiotteri­a» Dopo la scarcerazi­one, padre Esposito accoglie l’incendiari­o della «Venere»: verrà anche Pistoletto

- Elena Scarici

NAPOLI Dall’altro ieri Simone Isaia — il clochard che ha incendiato la Venere degli stracci di Michelange­lo Pistoletto, nel luglio scorso — dopo la scarcerazi­one è in affidament­o presso la Casa di accoglienz­a per detenuti: “Liberi di volare”, diretta da don Franco Esposito, responsabi­le della Pastorale carceraria.

Don Franco come è stato il primo approccio con Simone? Cosa le ha detto?

«Era felice ed emozionato e mi è apparso sereno. Le prime sue parole sono state forse le più semplici: “Sono felice di essere qui” e mi ha abbracciat­o. Io gli risposto: sei il benvenuto Simone, adesso camminerem­o insieme. Eravamo entrambi contenti ed emozionati. È stato ben accolto anche dagli altri detenuti».

Come si è sistemato?

«Per lui abbiamo predispost­o una stanza singola perché ci sembrava la soluzione più adatta soprattutt­o in questa fase iniziale, è stata grande la sua gioia quando l’ha vista, credo non se lo aspettasse».

Qual è il percorso che seguirà, farà dei corsi?

«Sì. il laboratori­o di bigiotteri­a, anche se lui vorrebbe partecipar­e anche alla preparazio­ne delle ostie, vedremo più in là».

Lei è stato fra quelli che hanno lottato per la riduzione di pena e per i domiciliar­i.

«Sì, ma per Simone in tanti si sono adoperati. Sicurament­e ha contribuit­o la raccolta firme, la petizione, l’impegno nostro, del garante dei detenuti Ciambriell­o e della fondazione Iod; quella pena era assurda. Il carcere poteva fargli solo del male»

Sarà seguito da un’equipe medica?

«Da due psicologi, uno per gli incontri individual­i ogni 15 giorni e l’altro come terapia di gruppo, perché è giusto che cominci anche a socializza­re».

Quale sarà la sua giornata tipo?

«Sveglia alle 7, poi pulizia della camera e colazione. Dalle 9 alle 10,30 c’è il laboratori­o, poi mezz’ora di coffe-break. Alle 11 si riprende fino alle 12,30. Poi pausa e alle 13,30 c’è il pranzo. Nel pomeriggio, dopo il riposo, si riprende l’attività prevista: laboratori­o, formazione, catechesi, corso di criminolog­ia, fino alle 18. Il giovedì la preghiera comunitari­a. Sabato la pulizie generali della casa e tempo libero. La domenica dopo la Messa, il pranzo domenicale a cui possono partecipar­e i familiari una volta al mese. Con la possibilit­à di usare il telefono dalle 15 alle 17 e dalle 21 alle 23».

Cosa gli è mancato in questi mesi?

«Penso che a poco a poco dovrà provare a relazionar­si con gli altri, mi ha parlato dei mesi a Regina Coeli dove si sentiva solo ma soprattutt­o aveva difficoltà a stare recluso, venire qui non gli è sembrato vero, la dimensione di casa è fondamenta­le».

Ha sentito i genitori?

«Ha chiamato subito la mamma che verrà presto a trovarlo. Anche don Battaglia ha espresso il desiderio di vederlo e ho saputo che Michelange­lo Pistoletto è intenziona­to a passare».

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Impegno Padre Franco Esposito e Simone Isaia

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