Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Video hot di una minore fatto girare in chat A processo due ragazzi della Napoli-bene
La vicenda
sezione collegiale del tribunale di Roma, presieduta dal giudice Claudia Nicchi. Non è contestato il revenge porn, introdotto nel 2019, poiché la vicenda risale al 2018. In ogni modo il fidanzato ha da tempo ammesso le sue responsabilità, ottenendo la messa alla prova. Strada percorsa anche da Valerio e Luca. Sull’intera vicenda le indagini sono state condotte dalla Procura di Roma. In questo caso competente per l’incompatibilità ambientale della Procura partenopea dovuta al lavoro che la madre della ragazza, autrice della denuncia contro i cinque giovani, svolge a Napoli.
La storia ha inizio nel dicembre del 2018. Giulia, all’epoca, ha 17 anni. Trascorre una sera in intimità con Giovanni,
il suo fidanzato da poco maggiorenne. Mentre stanno insieme si scambiano qualche effusione, che il giovane riprende con il cellulare, avendo il consenso di Giulia. Dopo qualche giorno, anziché cancellare il video, Giovanni lo gira ai suoi amici. L’invio lo effettua senza avere il permesso della fidanzata. Per di più minorenne. A riceverlo su Whatsapp è Valerio, all’epoca dei fatti da poco maggiorenne. Apre la clip e anziché cancellarla, la inoltra a Luca. Che, a sua volta, la gira a Stefano. La circolazione si conclude con l’invio a Saverio. Almeno questa è la catena ricostruita dagli inquirenti. La voce sull’esistenza del video circola, fino ad arrivare all’orecchio di Giulia. La ragazza rimane scioccata. Ha detto sì a Giovanni perché accendesse la videocamera mentre erano soli. Subito vietandogli di fare vedere il filmino a chicchessia. Mai avrebbe pensato che il fidanzato tradisse la sua fiducia. Giulia, in un primo momento, si chiude nel mutismo. Sta male. Ha il terrore di chiunque le faccia un sorriso o la guardi con attenzione. Teme che quei segnali siano legati alla visione del video. La vergogna è tanta. Sta zitta anche con le amiche. Il suo incubo è che il video lo abbiano visto pure loro. Per qualche mese diventa invisibile. Poi trova la forza di raccontare alla madre perché piange e non vuole uscire di casa.
La mamma la capisce, non la rimprovera. Anzi, la supporta, dicendole che non ha fatto niente di sbagliato. Il vero colpevole è Giovanni. Che la mamma denuncia. L’inchiesta viene subito trasferita a Roma. Giovanni viene indagato per pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico. La polizia postale ricostruisce come il video sia circolato, arrivando a Valerio, Luca, Stefano e Saverio. Giovanni ottiene la messa alla prova, come anche Valerio e Luca. Stefano e Saverio invece si difendono, e vengono rinviati a giudizio. Soprattutto Saverio sostiene che lui il video lo avrebbe ricevuto e cancellato. Ma di aver sbagliato procedura per la cancellazione. Tesi per ora respinta dal pm Delio Spagnuolo che rappresenta l’accusa davanti al tribunale.
Giulia ha deciso di non costituirsi parte civile, né di partecipare al processo come parte offesa. Lei oggi ha 24 anni, studia e ha dimenticato come Giovanni abbia tradito la sua fiducia concessa in una notte d’amore.