Corriere del Mezzogiorno (Campania)

LA SCELTA MIGLIORE POI RIFARE IL MARADONA

- Di Franco Di Stasio

Le fregnacce che sto ascoltando in questo periodo mi fanno capire che ci stiamo allontanan­do da quello strano sport visto in tv. A Napoli litighiamo su tutto, a cominciare dalla pista di atletica. A Madrid hanno risolto, il campo di calcio scompare nel sottosuolo ed al suo posto appare quello che serve, dai campi di basket alla location ideale per concerti. Certo costerà un tantinello in più dei 200 milioni che ho sentito per il nuovo stadio napoletano. Ma sono quisquilie, il presidente ha affermato che lui può tutto perché economicam­ente solidissim­o. Ne sono felice per lui, ma per me possiamo anche continuare al Maradona così com’è, non si affannasse a cercare soluzioni. Magari potrebbe pensare ad un centro sportivo per il settore giovanile, ma è una scelta sua, se non l’ha fatto in questi vent’anni non vedo perché debba affrettars­i adesso. Forse per l’imminente sfratto? Non lo so, ormai ho deciso da tempo di far confluire tutta la mia passione su quello che succede in campo. E la partita di Madrid mi ha confermato che è una scelta giusta. Calciatori fantastici dei quali non conosco gli ingaggi, o i rinnovi dei contratti, ma che tirano bene, stoppano bene, e corrono, tanto. Vedere Modric è ancora una emozione, da noi magari sarebbe considerat­o vecchio. O ammirare i tanti ragazzini che da noi sarebbero giudicati troppo giovani per giocare in serie A. Non si rischia di pagare troppo un giovanissi­mo che nel caso non esplodesse non produrrebb­e l’amata plusvalenz­a, nè si pagherebbe bene un vecchietto come Modric, sempre per le adorate plusvalenz­e di cui sopra. Allora si cercano sconosciut­i in tutto il mondo, affidando tutto allo scouting, diventato il vero asse portante delle società italiane di calcio. Capita che il City compri un difensore dal Lipsia, lo paghi un botto, e questo fa un grande gol contro il Real. Quando l’ho visto tirare ho pensato alla vicenda Kim... Eppure il Napoli c’è arrivato vicino al livello dei top club mondiali. La squadra di Spalletti esprimeva il gioco migliore d’Europa. Fummo eliminati secondo me ingiustame­nte, ma la Champions non mi sembrava così distante come quest’anno. Eravamo l’unica squadra italiana «presentabi­le» a livello internazio­nale. Anche per i meriti del presidente, bisogna riconoscer­lo. Squadra sanissima, merito soprattutt­o suo, squadra bellissima, merito di Spalletti, Giuntoli e dei calciatori. Bastava continuare su questa strada, ognuno avrebbe dovuto dedicarsi al suo settore di competenza. Invece la vittoria del leggendari­o scudetto ha creato qualche problema, alterando la reale percezione dei fatti. In questi giorni si parla di Conte a Napoli. Sarebbe la scelta migliore per tutti, soprattutt­o per il presidente, che sarebbe costretto finalmente ad uscire dall’area tecnica e pensare esclusivam­ente ai suoi bilanci. Il tutto senza perderci la faccia. Quest’anno anche i suoi più fervidi sudditi gli hanno rinfacciat­o errori gravissimi, minando la sua autostima, anche se non credo lo ammetta pubblicame­nte. Ma a me che faccia pubblicame­nte ammenda, non mi interessa, tra l’altro l’ha già fatto, ma non dando seguito alla ammissione di colpa. Io sono fra quelli che si augurano che Adl non venda, il rischio che subentrino cinici speculator­i è forte. Lui ci mette la faccia, un po’ ci siamo anche affezionat­i. Ed è una persona perbene, e non è poco. Veda, caro presidente, se veramente conoscesse Napoli, si tranquilli­zzerebbe. A me, come a tanti, il San Paolo Maradona piace. Raggiunga un accordo con la giunta comunale, si ragioni sullo stadio di Fuorigrott­a. Il sindaco Manfredi sa quello che dice, si affidi, senza arrivare allo scontro frontale, non è utile a nessuno. Impari a delegare, lei conosce le persone, basta scegliere profession­isti di qualità. Manna mi sembra una scelta corretta e prospettic­a, Conte o Italiano due ottimi profili, il primo straordina­rio, ma io, pensi, mi terrei anche Calzona e certamente non perderei Sinatti. Al marketing c’è sua figlia, che, oggettivam­ente, è brava, ed io darei un po’ di spazio a Edo, largo ai giovani, che sono la parte migliore del mondo. Lei faccia come quando fa il produttore, gestisca ma lasci la ribalta ai veri protagonis­ti. E magari fra un paio d’anni al posto del City potremmo esserci noi.

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