Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SICUREZZA SUL LAVORO
Noi come Uil, insieme alla Cgil, sappiamo già cosa fare, perché non lo si fa? Oggi a Napoli, in piazza del Plebiscito e nelle piazze dei capoluoghi di provincia della Campania, come nel resto d’Italia, ci saranno presidi di protesta con lo sciopero di quattro ore per le lavoratrici e i lavoratori dei settori privati e con lo sciopero di otto ore per quelli del comparto dell’edilizia e di Enel. Sciopereranno i trasporti, l’industria, i servizi, il commercio, le banche, le poste, la sanità privata, tantissimi settori, anche i pensionati saranno in piazza con noi per dire che non si può morire sul lavoro.
Le altre ragioni che ci hanno portato alla scelta dello sciopero sono generate da importanti necessità come quella, più volta richiesta a questo governo, di un’adeguata e giusta riforma fiscale, quella di un nuovo modello sociale di impresa e la necessità importantissima di difendere la sanità pubblica.
Sono i cardini della piattaforma per lo sciopero condivisa da Cgil e Uil. Voglio soffermarmi proprio sulla sanità che è il diritto per antonomasia di cui dovrebbe godere un cittadino oltre ad essere un indicatore importante di progresso e civiltà di un paese. Quello a cui stiamo assistendo, attraverso i ripetuti tagli, è un vero e proprio smantellamento della sanità pubblica in Italia e poi gli investimenti che non si rinnovano, le lunghe liste di attesa che diventano interminabili, disumane, le condizioni di molti dei nostri ospedali e del personale ospedaliero che lavora in numero ridotto e senza sicurezza, sono tutti fatti che dovrebbero vederci quotidianamente in piazza. Non a caso, si sono indignati e hanno firmato un appello a sostegno della salute della sanità italiana pubblica anche i grandi nomi della scienza e della ricerca sanitaria. E dove crediamo ci porti l’autonomia differenziata? L’Italia è un Paese che già corre a due velocità, i nostri figli studiano e si formano qui e poi portano idee e competenze all’estero mentre, come scriveva ieri sul Corriere
Paolo Grassi, nel dossier Istat sull’occupazione, Napoli e la Campania sono un disastro, maglia nera nell’occupazione e primi nella disoccupazione.
Quando si è consapevoli di ciò che succede intorno a noi, quando si è tutti i giorni a contatto coi lavoratori e si raccolgono le loro esigenze, allora scioperare, che pure ha un prezzo , nel vero senso del termine, diventa un dovere, un atto di denuncia, di indignazione, ma soprattutto una scelta di responsabilità, quella che abbiamo nei confronti delle nostre lavoratrici, dei nostri lavoratori che si aspettano risposte sul lavoro, sulla sanità, si aspettano risposte per i loro figli. E allora mi chiedo, il governo come si misura coi cittadini, coi lavoratori? Quale responsabilità si assume se continua ad ignorare le esigenze e le richieste del mondo del lavoro?
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