Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Manfredi fa il suo esempio: piattaforma comune Pd-M5S
Frizioni e campo largo. Il sindaco su De Luca: «Serve un candidato radicato e unitario»
NAPOLI Qui e là in l’Italia, sono sempre di più i casi dove le frizioni tra Pd e Cinquestelle generano fratture, non si sa quanto sanabili. Il caso Puglia, con le primarie saltate a Bari e il ritiro del Movimento dalla coalizione regionale guidata da Michele Emiliano, sono solo gli ultimi casi. Anche perché Conte ha imboccato la strada del «tirare dritto»; se decido io, va bene. Altrimenti nulla.
A Napoli, però, Manfredi riesce ad andare avanti a capo di una coalizione dove Pd e M5S convivono. Esperienza che il sindaco, con ma forse più di Gualtieri a Roma e Todde
in Sardegna, porta come esempio di campo largo che ce l’ha fatta. «Sono convinto che il vero tema sia creare una piattaforma programmatica comune che credo si possa realizzare ovunque, come abbiamo fatto a Napoli», le parole del sindaco a Tagadà su La7, in merito al rapporto tra Pd e M5S. «È chiaro — è stato il suo ragionamento — che il meccanismo proporzionale delle Europee non favorisce le aggregazioni perché spinge a rafforzare le identità per massimizzare il risultato elettorale». Rispetto all’esperienza napoletana, il primo cittadino ha sottolineato come sia «sicuramente positiva. Qui — ha detto — abbiamo un’amministrazione che comprende Pd, M5S e tutta l’area riformista del centrosinistra e stiamo lavorando bene, abbiamo una maggioranza coesa e le cose devo dire stanno andando nel verso giusto». E ancora: «Credo che le dichiarazioni di Giuseppe Conte siano quelle che dovrebbero fare tutti i politici. Dobbiamo mettere da parte coloro che utilizzano strumenti di raccolta dei voti non ortodossi», i cosidetti acchiappavoti, che l’ex premier ha spiegato di non aver mai voluto imbarcare.
Sempre su La7, Manfredi ha detto come il tema da affrontare sia «l’intermediazione politica» e come, a volte, per poter avere voti si utilizzino strumenti non ortodossi. «È un problema di tutta la politica, del centrodestra come del centrosinistra, che in Italia è sempre esistito e nelle amministrazioni locali è ancora più forte. Credo che nessuno deve avere la prerogativa di essere portatore della questione morale». Perciò, «oggi il lavoro che devono fare tutti è quello di mettersi insieme e cercare di evitare che all’interno delle coalizione ci siano candidati o rappresentanze politiche che utilizzino strumenti non ortodossi».
Capitolo Campania. Qui il sindaco — che con Vincenzo De Luca ha rapporti adesso ai minimi storici — viene associato continuamente al «profilo» quasi ovvio di possibile candidato del centrosinistra. Proprio per la sua esperienza a capo di una coalizione di campo largo. E sul tema di chi sarà il candidato giusto, rimarca: «Bisogna trovare la persona che aggreghi il più possibile e che sia in grado di mettere insieme tutte le forze per vincere le elezioni». E l’esempio che fa è quello della Sardegna, non dell’attuale Campania a guida De Luca. «È importante — ha sentenziato — che ci sia un candidato rappresentativo, radicato e unitario».