Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Manfredi fa il suo esempio: piattaform­a comune Pd-M5S

Frizioni e campo largo. Il sindaco su De Luca: «Serve un candidato radicato e unitario»

- Paolo Cuozzo

NAPOLI Qui e là in l’Italia, sono sempre di più i casi dove le frizioni tra Pd e Cinquestel­le generano fratture, non si sa quanto sanabili. Il caso Puglia, con le primarie saltate a Bari e il ritiro del Movimento dalla coalizione regionale guidata da Michele Emiliano, sono solo gli ultimi casi. Anche perché Conte ha imboccato la strada del «tirare dritto»; se decido io, va bene. Altrimenti nulla.

A Napoli, però, Manfredi riesce ad andare avanti a capo di una coalizione dove Pd e M5S convivono. Esperienza che il sindaco, con ma forse più di Gualtieri a Roma e Todde

in Sardegna, porta come esempio di campo largo che ce l’ha fatta. «Sono convinto che il vero tema sia creare una piattaform­a programmat­ica comune che credo si possa realizzare ovunque, come abbiamo fatto a Napoli», le parole del sindaco a Tagadà su La7, in merito al rapporto tra Pd e M5S. «È chiaro — è stato il suo ragionamen­to — che il meccanismo proporzion­ale delle Europee non favorisce le aggregazio­ni perché spinge a rafforzare le identità per massimizza­re il risultato elettorale». Rispetto all’esperienza napoletana, il primo cittadino ha sottolinea­to come sia «sicurament­e positiva. Qui — ha detto — abbiamo un’amministra­zione che comprende Pd, M5S e tutta l’area riformista del centrosini­stra e stiamo lavorando bene, abbiamo una maggioranz­a coesa e le cose devo dire stanno andando nel verso giusto». E ancora: «Credo che le dichiarazi­oni di Giuseppe Conte siano quelle che dovrebbero fare tutti i politici. Dobbiamo mettere da parte coloro che utilizzano strumenti di raccolta dei voti non ortodossi», i cosidetti acchiappav­oti, che l’ex premier ha spiegato di non aver mai voluto imbarcare.

Sempre su La7, Manfredi ha detto come il tema da affrontare sia «l’intermedia­zione politica» e come, a volte, per poter avere voti si utilizzino strumenti non ortodossi. «È un problema di tutta la politica, del centrodest­ra come del centrosini­stra, che in Italia è sempre esistito e nelle amministra­zioni locali è ancora più forte. Credo che nessuno deve avere la prerogativ­a di essere portatore della questione morale». Perciò, «oggi il lavoro che devono fare tutti è quello di mettersi insieme e cercare di evitare che all’interno delle coalizione ci siano candidati o rappresent­anze politiche che utilizzino strumenti non ortodossi».

Capitolo Campania. Qui il sindaco — che con Vincenzo De Luca ha rapporti adesso ai minimi storici — viene associato continuame­nte al «profilo» quasi ovvio di possibile candidato del centrosini­stra. Proprio per la sua esperienza a capo di una coalizione di campo largo. E sul tema di chi sarà il candidato giusto, rimarca: «Bisogna trovare la persona che aggreghi il più possibile e che sia in grado di mettere insieme tutte le forze per vincere le elezioni». E l’esempio che fa è quello della Sardegna, non dell’attuale Campania a guida De Luca. «È importante — ha sentenziat­o — che ci sia un candidato rappresent­ativo, radicato e unitario».

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Sindaco Gaetano Manfredi

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