Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tredici milioni all’anno per i canili Campania prima per randagismo

Ottomila gli esemplari ricoverati. Pratticò (Anci): a Marcianise record di spesa, 600 mila euro

- Francesco Parrella

in due canili privati, spende mediamente circa 600 mila euro ogni anno», dice Alessandra Pratticò, membro Anci della Commission­e regionale diritti animali. «Ma ci sono — aggiunge — anche Comuni più piccoli come San Felice a Cancello, sempre nel Casertano, dove con 56 cani fanno fatica a corrispond­ere il compenso giornalier­o ai canili». Una voce, quella del randagismo, che pesa non poco sui bilanci di Comuni e Asl. Ai Municipi spetta la cattura, la custodia e il mantenimen­to degli animali nei canili rifugio, alle Asl il ricovero temporaneo nei canili sanitari dove gli animali vengono microchipp­ati, sterilizza­ti e inviati ai canili comunali. Quanto costa mantenere un cane in una struttura dedicata? «Dipende — risponde Pratticò — dalla stazza del cane, che varia da piccola a gigante, tuttavia il costo medio si aggira sui 5 euro al giorno, mentre nei canili sanitari il costo sale, più di 8 euro per via dei maggiori costi». A questa spesa, i Comuni e le Asl, spesso condannati in solido dai Giudici di pace, devono sommare i costi per risarcire chi ha subito un morso da un cane abbandonat­o.

A tracciare un quadro sulla dimensione del fenomeno in Campania anche in relazione ai costi che gravano sui cittadini è Paolo Sarnelli, responsabi­le del settore veterinari­o della Regione. «C’è una grossa differenza in termini di incidenza dei costi nei rispettivi territori delle Asl. A Caserta — dice — nel 2021 si è speso di più, con un costo annuo per ogni cittadino di 4 euro, mentre nei territori dell’Asl Napoli 1 il costo è stato di 0,30 centesimi per abitante». Facendo una media del costo pro-capite in tutti i territori delle Asl campane, parametrat­a agli anni 2021 e 2019, emerge che tre anni fa la spesa ha superato i 13 milioni di euro, in calo rispetto al 2019 quando toccava i 15 milioni. «Ogni anno sterilizzi­amo 10 mila cani, il servizio c’è — riprende il dirigente sanitario —, ma è disomogene­o: ci sono comuni del Salernitan­o che non hanno ancora attivato né canili propri, né convenzion­i con canili privati, e succede che l’Asl quando cattura questi animali quelli che non riesce a farli adottare non sa dove portarli. L’obiettivo — spiega — è fare in modo che nei Comuni arrivino meno cani possibile».

«Da Roma in giù — riprende Pratticò — il fenomeno non è gestito in maniera adeguata, manca la prevenzion­e al pari di campagne informativ­e efficaci per convincere i cittadini a sterilizza­re i loro cani, anziché accumularl­i nei canili privati che, per l’attività d’impresa che svolgono, tendono ad avere più cani possibili».

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Inferriate Cuccioli in un canile in attesa di un padrone che li scelga

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