Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Per niente Candida
Cara Candida, le figlie della mia compagna hanno 21 e 28 anni e vivono ancora con noi. La piccola studia e quindi mi sembra normale. La grande, invece, lavora, guadagna e sembra non avere proprio intenzione di andarsene. Vive a casa nostra (casa mia, tecnicamente) come se fosse un albergo: non si rifà il letto, non si stira un vestito, non fa la spesa né partecipa alle spese, cosa che non le permetterei di fare, ma lei non ha mai fatto neanche il gesto. Questa situazione va avanti da molto tempo, perché io e la mia compagna conviviamo da dieci anni. Ho sempre tollerato anche perché non ho voluto interferire nell’educazione delle ragazze che non sono figlie mie, ma ormai, credo che questa situazione non faccia bene a nessuno. La ragazza neanche sospetta che la vita è fatta di responsabilità e la mia compagna è una chioccia totale che non vede il problema. Ho provato a parlargliene, ma lei si chiude a riccio e vive la cosa come un attacco personale. Lei lavora, ha una sua professione, ma non ha mai partecipato alle spese domestiche, io sono stato felice di provvedere a tutto, avendone le possibilità, ma comincio a pensare di aver sbagliato. Ha un consiglio da darmi?
Stare zitti, significa generare l’illusione che vada tutto beneCaro Gio, sbagliamo tante volte, l’importante, quando capiamo di aver sbagliato, è non ripetere l’errore. Apprezzo la delicatezza di non interferire nell’educazione di figlie non sue, ma ora lei si trova davanti una ragazza indipendente che lavora e vive in casa sua e con la quale può parlare da adulto ad adulto senza timore di interferire con un’educazione che dovrebbe essere ormai completata né nel rapporto fra padre e figlia. Lei le ha dato un esempio di rispetto che la ragazza non sta ricambiando e credo che, se non glielo farà notare, accumulerà solo risentimento e frustrazione, cose che avveleneranno prima lei, poi la sua coppia e quindi la famiglia allargata che ha creato. Tacere non solo non serve a niente, ma farà ulteriori danni. Possiamo dirci incompresi solo dopo aver spiegato le nostre ragioni e lei, mi sembra di capire, non le ha ancora spiegate alle ragazze. Di questo passo, il senso di incomprensione diventerà