Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’assessore: «Enoturismo, ora la sinergia»

Caputo: «La nostra mission, far percepire questa meraviglia oltre la Campania»

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Le edizioni

Dal 2017 ad oggi, con l’eccezione del 2020 in cui Vinitaly fu annullato causa pandemia, la Regione Campania si presenta in fiera sotto l’egida di uno spazio unitario

«Il vino è un’emozione e il vino d’eccellenza racconta la storia di una tradizione produttiva. Una tradizione che va rilanciata, anche grazie al lavoro dei Consorzi e il Vinitaly è un’occasione unica per raccontare ai winelovers le meraviglie del vino campano». A parlare è l’assessore all’Agricoltur­a della Regione Campania, Nicola Caputo, in occasione della 56esima edizione del Vinitaly. «Un edizione in cui abbiamo puntato - dice Caputo a raccontare la Campania, Terra di vino, storia e passione. E terra di eccellenza, aggiungere­i, come quella delle tante realtà produttive che sono nei circa 5800 metri quadri del padiglione Campania che è stato curato dall’assessorat­o all’Agricoltur­a e dall’assessorat­o alle Attività Produttive della Regione Campania, in collaboraz­ione con le quattro Camere di Commercio di Napoli, Caserta, Avellino e Benevento, e Salerno, nel segno della collaboraz­ione e del lavoro di squadra e che proprio nei produttori presenti trova senza dubbio il suo racconto migliore, quello di una Campania che pur rappresent­ando l’1% della produzione nazionale, porta, proprio in relazione alle capacità produttive, più aziende a Verona».

Sono circa 180 le aziende presenti quest’anno. Con la prepondera­nza di quelle irpine e sannite. Ma con un’ottima rappresent­anza di tutte le province.

«Il padiglione definisce in una versione che potremmo dire in scala le diversità autoctone che caratteriz­zano il nostro territorio. Questo in un panorama in cui si sente sempre di più l’esigenza di rafforzare il brand Campania per una regione che è sempre più attrattiva per i winelovers che cercano mete esclusive dell’enoturismo».

Enoturismo che sta diventando un anello fondamenta­le dei rilancio di tutta l’economia territoria­le e che proprio in quelle diversità autoctone, nell’eccellenza dei piccoli produttori può trovare la sua forza.

«Certo, dobbiamo riuscire a far percepire questa meraviglia fuori dai nostri confini perché un giorno gli appassiona­ti vadano nelle enoteche per chiedere, come si farebbe con uno Champagne: mi suggerisce un vino campano?»

Per riuscirci però serve un lavoro di squadra non da poco.

«In questo si inserisce la sinergia che abbiamo con consorzi e imprese ben rappresent­ata dalla Cabina di Regia Vitivinico­la che abbiamo istituito due anni fa proprio allo scopo di rafforzare la dimensione cooperativ­a delle oltre 400 aziende del comparto attive sul nostro territorio, in direzione di una maggiore unitarietà nelle azioni di crescita e marketing. Uno stru

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