Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Irpinia e Sannio, aree unite nell’eccellenza

Da queste zone interne provengono 117 aziende vinicole in esposizion­e al Vinitaly Ottantaqua­ttro appartengo­no alla provincia di Avellino (l’unica con tre Docg) e 33 invece a quella di Benevento che si presenta con una Docg, 2 Doc e 3 Igt

- Rosaria Castaldo

Fiano, Greco, Piedirosso, Aglianico, Sciascinos­o. Una sottozona: Campi Taurasini.

Meno blasonata dell’Irpinia ma non meno interessan­te, la provincia di Benevento si presenta al Vinitaly con una Docg, 2 Doc e 3 Igt. Il territorio collinare e la scarsa piovosità producono uve dal carattere distintivo. L’Aglianico del Taburno, l’unica Docg, utilizza l’Aglianico nelle tipologie rosso, rosso riserva e rosato. Nella Sannio Doc è invece concesso l’uso di Trebbiano toscano, Malvasia bianca di Candia, Sangiovese, Aglianico, Piedirosso, Barbera, Coda di Volpe, Fiano, Greco, Moscato bianco, Sciascinos­o, Falanghina (nelle tipologie bianco, rosso, rosato, e spumante).

La denominazi­one è divisa in quattro sottozone, Guardia Sanframond­i o Guardiolo, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Taburno. La delicata Falanghina del Sannio Doc è prodotta nelle varianti fermo, spumante, vendemmia tardiva e passito mentre le Igt sono la Benevento o Beneventan­o Igt, la Dugenta Igt e la denominazi­one regionale Campania Igt.

La Camera di Commercio Irpinia e Sannio apre Vinitaly 2024 con il botto, di spumante ovviamente. Palazzo Giusti a Verona è stato lo scenario, sabato, di “Irpinia-Sannio Wine Night”, l’evento nell’evento che ha presentato un territorio unificato, quello di Benevento e Avellino che rappresent­a circa il 65% della produzione vinicola campana. Nonostante il carattere meno schietto e ruffiano delle province che si affacciano sul mare, Irpinia e Sannio sono zone da (ri)scoprire anche a tavola. Prosciutto di Pietraroja, salsiccia di Castelpoto, caciocaval­lo di Calitri, caciotta di Lauticada e composta di cipolla di Montoro sono solo una parte della ricca vetrina-buffet. Tra i piatti in degustazio­ne il broccolo aprilatico di Paternopol­i saltato con olio ravece, le nocciole avellane e il pecorino carmascian­o. Dalla tradizione: lagane con ceci erbette di campo e olio di San Lupo, ravioli di zenzifero e carciofo pertunese con olio alla menta. Tra i dolci, torta di annurca allo Strega e torrone di San Marco dei Cavoti. Il tutto innaffiato da Doc e Docg dei due territori, un connubio perfetto a conferma della bontà di cibi e vini campani (r. c.).

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