Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rischi e precursori Cosa c’è da sapere
Dalla durata delle scosse alla puzza d’uovo marcio Gli scenari pre-eruttivi e la resistenza degli edifici
nelle rocce e risalita del magma rapida, una situazione che potrebbe evolvere anche nel giro di ore. Del resto la stessa relazione della commissione Grandi rischi nel mese di ottobre 2023 non esclude questo tipo di scenario.
Molti residenti nell’Area flegrea, ma anche in alcune zone di Napoli, lamentano una intensa puzza di “uovo marcio” spesso in prossimità delle scosse. Esiste una correlazione?
Allo stato delle nostre conoscenze escludiamo correlazioni di questo genere. La puzza cosiddetta di uovo marcio derivante dall’emissione in atmosfera di idrogeno solforato (H2S), in mancanza di variazioni fumaroliche dipende dalle condizioni meteorologiche e particolarmente dalla pressione atmosferica, dall’umidità dell’area e da direzione e velocità del vento, tutti fattori ampiamente variabili. Per esempio, con il vento di maestrale l’odore può arrivare anche a Napoli e impregnare l’aria in alcune zone della città.
Gli edifici di epoca romana come le colonne del Serapeo o l’Anfiteatro sono ancora in piedi nonostante le scosse. Come si spiega?
Innanzitutto perché erano ben costruiti e poi anche per le caratteristiche dei sismi dell’Area Flegrea che, essendo di origine vulcanico-tettonica, di bassa profondità hanno moderata magnitudo e producono sollecitazioni prevalentemente verticali di breve durata nell’area epicentrale. Le strutture in genere resistono a questo tipo di sollecitazione. Inoltre, le colonne sono rimaste parzialmente sepolte fino al diciottesimo secolo (così hanno superato anche la crisi sismica, che precedeva la formazione del
Monte Nuovo). I danni maggiori per gli edifici derivano dalle sollecitazioni trasversali, in passato definite ondulatorie, questo ci consente di guardare con moderato ottimismo alla resistenza dei nostri edifici, purché siano in buono stato di manutenzione e non siano già interessati da problemi strutturali. Però occorrono verifiche perché l’accumulo degli effetti, anche minimi di migliaia di eventi sismici, alla lunga può produrre danni statici.
Quanto può durare l’attuale fase di sollevamento?
Non possiamo avanzare alcun tipo di ipotesi. Nella storia geologica dei Campi Flegrei ci sono state evidenze di sollevamento del suolo anche fino a 40 metri di altezza, come il famoso terrazzo della
Starza tra Pozzuoli e Arco Felice, formatosi alcune migliaia di anni addietro. Attualmente siamo quasi ai livelli massimi, prossimi a quelli dell’ epoca Romana, nell’area di Pozzuoli, mentre le zone sommerse Posillipo, Baia e Miseno, testimoniano della prevalente subsidenza delle area più esterne della Caldera.
Mentre tremano i Campi Flegrei a volte si verificano scosse sul Vesuvio, c’è un collegamento?
No, sono due sistemi vulcanici diversi con processi diversi e con emissione di prodotti che hanno caratteristiche diverse. Inoltre il Vesuvio è attualmente in fase di lieve subsidenza. La sua sismicità deriva da processi di assestamento dopo secoli di attività vulcanica.