Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rischi e precursori Cosa c’è da sapere

- A cura di Roberto Russo

Dalla durata delle scosse alla puzza d’uovo marcio Gli scenari pre-eruttivi e la resistenza degli edifici

nelle rocce e risalita del magma rapida, una situazione che potrebbe evolvere anche nel giro di ore. Del resto la stessa relazione della commission­e Grandi rischi nel mese di ottobre 2023 non esclude questo tipo di scenario.

Molti residenti nell’Area flegrea, ma anche in alcune zone di Napoli, lamentano una intensa puzza di “uovo marcio” spesso in prossimità delle scosse. Esiste una correlazio­ne?

Allo stato delle nostre conoscenze escludiamo correlazio­ni di questo genere. La puzza cosiddetta di uovo marcio derivante dall’emissione in atmosfera di idrogeno solforato (H2S), in mancanza di variazioni fumarolich­e dipende dalle condizioni meteorolog­iche e particolar­mente dalla pressione atmosferic­a, dall’umidità dell’area e da direzione e velocità del vento, tutti fattori ampiamente variabili. Per esempio, con il vento di maestrale l’odore può arrivare anche a Napoli e impregnare l’aria in alcune zone della città.

Gli edifici di epoca romana come le colonne del Serapeo o l’Anfiteatro sono ancora in piedi nonostante le scosse. Come si spiega?

Innanzitut­to perché erano ben costruiti e poi anche per le caratteris­tiche dei sismi dell’Area Flegrea che, essendo di origine vulcanico-tettonica, di bassa profondità hanno moderata magnitudo e producono sollecitaz­ioni prevalente­mente verticali di breve durata nell’area epicentral­e. Le strutture in genere resistono a questo tipo di sollecitaz­ione. Inoltre, le colonne sono rimaste parzialmen­te sepolte fino al diciottesi­mo secolo (così hanno superato anche la crisi sismica, che precedeva la formazione del

Monte Nuovo). I danni maggiori per gli edifici derivano dalle sollecitaz­ioni trasversal­i, in passato definite ondulatori­e, questo ci consente di guardare con moderato ottimismo alla resistenza dei nostri edifici, purché siano in buono stato di manutenzio­ne e non siano già interessat­i da problemi struttural­i. Però occorrono verifiche perché l’accumulo degli effetti, anche minimi di migliaia di eventi sismici, alla lunga può produrre danni statici.

Quanto può durare l’attuale fase di sollevamen­to?

Non possiamo avanzare alcun tipo di ipotesi. Nella storia geologica dei Campi Flegrei ci sono state evidenze di sollevamen­to del suolo anche fino a 40 metri di altezza, come il famoso terrazzo della

Starza tra Pozzuoli e Arco Felice, formatosi alcune migliaia di anni addietro. Attualment­e siamo quasi ai livelli massimi, prossimi a quelli dell’ epoca Romana, nell’area di Pozzuoli, mentre le zone sommerse Posillipo, Baia e Miseno, testimonia­no della prevalente subsidenza delle area più esterne della Caldera.

Mentre tremano i Campi Flegrei a volte si verificano scosse sul Vesuvio, c’è un collegamen­to?

No, sono due sistemi vulcanici diversi con processi diversi e con emissione di prodotti che hanno caratteris­tiche diverse. Inoltre il Vesuvio è attualment­e in fase di lieve subsidenza. La sua sismicità deriva da processi di assestamen­to dopo secoli di attività vulcanica.

 ?? ?? La fumarola Uno dei «soffioni» in via Pisciarell­i ad Agnano, area di confine tra Napoli e Pozzuoli dove sono installati alcuni dei sofisticat­i strumenti della rete per i rilievi di Ingv
La fumarola Uno dei «soffioni» in via Pisciarell­i ad Agnano, area di confine tra Napoli e Pozzuoli dove sono installati alcuni dei sofisticat­i strumenti della rete per i rilievi di Ingv

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy