Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Chiaia, una banca come galleria d’arte internazionale
Può una collezione d’arte diventare un vasto e mutevole paesaggio? Mescola gli innesti high-tech di Simon Denny con i tarocchi pedagogici di Adelita Husni-Bey, metti le ambiguità gestuali dei corpi fotografati da Joanna
Piotrowska insieme con le geografie contaminate di Giulia Piscitelli, fino ad attraversare i racconti collettivi di Marinella Senatore, i paesaggi surreali di Francesco Jodice e le provocazioni caricaturali di Danilo Correale. Se poi il tutto è alleun’esposizione stito nelle splendide sale liberty di Palazzo Leonetti, in via dei Mille, 40, avremo «Prove per un paesaggio d’insieme», il meglio della Collezione Agovino, curata da Francesca Blandino, in quella che è la nuova sede della Zurik Bank, guidata da Fabio Agovino, consulente finanziario e collezionista. Perché la banca diventa un nuovo spazio d’arte. Ecco. Non più solo più luogo di affari e «posto di lavoro», ma spazio che esprime la sua di dimensione estetica, di relazione, formazione e responsabilità sociale. Aprendosi alla città. A partire da stasera, opening dalle 19.
In mostra 21 dei più grandi artisti internazionali per immaginata come un vasto e mutevole paesaggio in dialogo con il proprio presente e la proiezione verso possibili mondi futuri. Del resto è quella la visione della Collezione Agovino, che cerca di attivare attraverso l’arte processi virtuosi di coinvolgimento e responsabilizzazione del proprio contesto territoriale, rendendo l’arte più accessibile a pubblici diversi. Come nel caso di un istituto bancario.
«Lo spazio della banca spiega Fabio Agovino - non ha solo più un compito economico, ma diventa quasi un’entità relazionale, che accoglie contenuti interpretativi sul mondo e per farlo esce dalla propria posizione di comfort, riscoprendo prospettive inedite e inaspettate sulla sua possibile funzione sociale».
Un luogo di lavoro non è solo un contenitore, ma è uno spazio in cui la dimensione estetica e relazionale svolgono un ruolo fondamentale. Negli ultimi anni si è sviluppata una profonda riflessione sulla relazione che il genere umano intrattiene con i contesti circostanti - architettonici, territoriali, culturali, ambientali. Una consapevolezza che sta modificando visioni e comportamenti in ogni dimensione della vita quotidiana, compresa quella lavorativa.
«Prove per un paesaggio d’insieme» (lo spazio è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì, su prenotazione) diventa così simbolo di un nuovo modo di concepire la collettività e lo stare insieme. Per riflettere meglio sul concetto di responsabilità, personale e collettiva.