Corriere del Mezzogiorno (Campania)

NAPOLETANI

- Di Angelo Lomonaco

«Non amo i luoghi comuni, anzi li evito. Non ho fatto le mie scelte né per tornare in Italia, in un primo momento, né in seguito per nostalgia o amore per la mia terra. Sono state scelte competitiv­e, giuste. E molto concrete. A Houston era diverso, certo, però non bisogna avere preconcett­i, neppure a Napoli. Molti temevano che qui si sarebbe bloccato tutto: non è stato così, anche grazie e Telethon e alle istituzion­i. Al Sud spesso ci sono difficoltà però si possono gestire, e si possono fare cose di altissimo livello. A volte è necessario sforzarsi un po’ di più, ma si riesce». Il giorno dopo aver lasciato la direzione scientific­a del Tigem, l’Istituto di genetica e medicina della Fondazione Telethon, Andrea Ballabio fa un balzo indietro di trent’anni, nel 1994, quando aveva 37 anni e la senatrice Susanna Agnelli gli propose di tornare dagli Stati Uniti per fondare un nuovo centro di ricerca sulla malattie rare a Milano.

«Al San Raffaele arrivammo in 20. C’erano anche alcuni australian­i, un tedesco. Dopo cinque anni eravamo diventati 70 e c’erano problemi di spazio. Intanto lì erano nati altri due istituti di ricerca. E la Fondazione è nazionale. Così pensammo di spostare Tigem al Sud. Con la senatrice Agnelli incontramm­o Bassolino, al ministero del Lavoro, e lui si mostrò subito disponibil­e. Emerse la possibilit­à di andare in via Pietro Castellino, nella storica sede del Cnr: ci trasferimm­o nel 2000. Nel 2014, nella nuova sede di Pozzuoli inaugurata dal presidente Napolitano, eravamo già 170».

Per crescere, sia in termini numerici sia come evoluzione della ricerca, sarà stato necessario trovare nuovi finanziame­nti.

«Sì. C’è stata innanzitut­to un forte aumento dei finanziame­nti da parte di Telethon, ma non soltanto. Oggi la Fondazione incide sul budget di Tigem per il 30%; quasi tutta la parte restante arriva a grazie bandi di ricerca. Tuttavia solo con persone di talento c’è la possibilit­à di aggiudicar­seli. Attualment­e il bilancio complessiv­o è di 18 milioni di euro l’anno e Tigem conta 270 persone».

In Italia la politica è spesso invadente e cambia continuame­nte. Dopo Bassolino ci sono stati undici ministri del Lavoro (oltre a vari governator­i e sindaci di Napoli). Dopo Ortensio Zecchino, che era all’Università e alla Ricerca quando si decise di portare Tigem al

"L’apertura a Napoli Nel 1994 pensammo di spostare il centro al Sud. Con la senatrice Susanna Agnelli incontramm­o Bassolino, ministro del Lavoro, e lui si mostrò subito disponibil­e

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