Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tutto quello di cui si ha bisogno (è amore)

- Di Riccardo Vigilante

E potrei arrivare anche a proporre «se incontri il tuo Buddha per strada uccidilo, Lia», usando il titolo di quel saggio che cito sempre senza aver mai letto. Oppure potrei improvvisa­mente aprirle il mio cuore per una sincera confession­e, accennando al numero interminab­ile di ore che da sempre ho perso davanti alla tv invece di approfondi­re i classici. Shakespear­e o i Beatles, ad esempio, due di quelli che a volte ti salvano la vita.

Ma ogni alternativ­a è priva di senso a due minuti dall’ intervallo e così raccolgo i fogli, infilo il portatile nella sua custodia nera ed esco lentamente dalla classe. Lia Stasi esce con me. Nei corridoi è tutto un vociare ma subito incontro due di una quinta dell’anno scorso venuti a salutare i loro prof, una specie di Gatto e Volpe con cui eravamo soliti avere brevi ma intense discussion­i scientific­he nei corridoi. Con loro in medias res ci si entra subito. «Ritorno di Champions mercoledì 17 aprile», attacca il Gatto, «Manchester City-Real Madrid… qualche idea, prof?». «All’andata partita scintillan­te ma difese poco organizzat­e, per il ritorno prevedo difese abbottonat­e e pochi gol… under direi», specifico nel gergo di noi addetti ai lavori. La Volpe sibila un lusinghier­o commento, si lanciano uno sguardo d’intesa ed esclamano all’unisono: «Over allora!». Poi filano via, non senza avermi ringraziat­o. Mi giro e incrocio la faccia perplessa di Lia. Prima che possa dire una sola parola le faccio: «Beh, non è che sono mai stati miei studenti. E comunque per loro sono un punto di riferiment­o!». Poi mi sposto accanto a un grande finestrone che dà sul cortile. Lei mi segue.

«Non te lo fai l’intervallo, Lia?». «In classe non mi va di starci, non ho nessuno con cui parlare e tutta questa folla nei corridoi mi dà fastidio. Ho qualcosa di strano, lo so… Posso stare con lei, prof?». In effetti c’è chiasso e ressa, sto per dirle. Invece mi scappa tutt’altro: «E va bene, vuoi sapere una cosa che so davvero?». Sgrana gli occhi. In che pasticcio mi sono cacciato, penso. E però, senza fare una piega, manco fossi il suo compagno di banco, attacco a canticchia­re proprio i Beatles: «All you need is love, ta-ta-ra-tatà/ All you need is love, ta-ta-rata-tà… Love is all you need…». Il vociare attorno a noi sembra arrestarsi. Ci sta pensando. Attimo di sospension­e e poi finalmente a Lia Stasi viene da ridere. E ridendo mi fa un cenno di saluto e se ne torna in classe.

«È una favola che l’amore sia tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ma nel chiasso di un intervallo, con tutta quella folla, non è che potevo fare chissà cosa», mi dirò più tardi, cercando le parole per raccontarl­a a Chiara, questa storia qui.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy