Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

I droni fanno volare alto Grottaglie

Primi passi per l’annunciata sperimenta­zione e produzione di velivoli senza pilota Il progetto del ministro Delrio batte lo scetticism­o, ecco nuove funzioni per l’Arlotta

- Gino Martina

Per i più scettici rimane un investimen­to controprod­ucente per il territorio. Per i più ottimisti rappresent­a, invece, la svolta per l’aeroporto Arlotta di Taranto-Grottaglie.

È l’annunciata sperimenta­zione e produzione di droni, velivoli in grado di viaggiare senza la presenza del pilota ai comandi, nello scalo pugliese. Di fatto, la città jonica, si candida a diventare una delle principali basi europee per la sperimenta­zione della tecnologia pensata prima di tutto per scopi militari ma con risultati sicurament­e legati anche all’industria e all’aviazione civile. A lanciare l’investimen­to è stato, nel marzo scorso, il ministro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti, Graziano Delrio, assieme ai dirigenti di Enac ed Enav (erano presenti l’amministra­tore unico di Aeroporti di Puglia, Giuseppe Acierno, il direttore Sviluppo dei mercati di Finmeccani­ca, Giovanni Soccodato, il presidente Enac, Vito Riggio, il direttore generale Enav, Massimo Bellizzi, e il segretario generale del ministero della Difesa, Carlo Magrass), arrivati a Grottaglie per la promozione della nuova piattaform­a per gli aeromobili a pilotaggio remoto.

La presentazi­one è seguita al tavolo tecnico aperto attorno allo scalo pugliese per stabilire le regole per l’integrazio­ne dei droni nello spazio aereo civile e attrarre nuovi investimen­ti. All’apertura del tavolo tecnico è stata sottoscrit­ta la convenzion­e tra l’Agenzia spaziale italiana e la Regione Puglia per la valorizzaz­ione dell’infrastrut­tura tarantina, che rientra così in un investimen­to complessiv­o dell’Europa attorno a questa tecnologia che si aggira attorno agli 80 miliardi di euro. Nel sito industrial­e Alenia, già impegnato nell’assemblagg­io di 11 coppie di fusoliere al mese per i Boeing 787, Finmeccani­ca punterebbe all’utilizzo dello scalo tarantino per i test bed, vale a di- re gli esperiment­i principali assieme ai collaudi dei velivoli. Ma anche altre aziende del settore sarebbero pronte a sfruttare lo spazio aereo di Grottaglie per monitoragg­io del traffico e acquisizio­ne di dati. Studio, ricerca e produzione, dovrebbero portare su Grottaglie qualche centinaio di posti di lavoro che si aggiungere­bbero ai circa mille del distretto legato all’assemblagg­io delle fusoliere. I primi test sono stati già fatti a partire dallo scorso dicembre dalle società Ingegneria dei sistemi, Sistemi dinamici e Ans Cr-Navigazion­e aerea della Repubblica Ceca. Una sperimenta­zione che ha visto una serie di voli del velivolo Hero, sistema Sapr ad ala rotante con stazione di comando mobile a terra sviluppato dalla società Sd Sistemi Dinamici. Scettici o meno, il futuro dello scalo tarantino, roseo o no, sembra comunque oramai tracciato.

Sulla pista a due passi da Taranto è stata inaugurata la piattaform­a di atterraggi­o per gli aerei con controllo remoto, i droni Potrebbe essere il futuro del posto

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Un drone americano e, a sinistra, un Predator di stanza ad Amendola; sotto l’Arlotta
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